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Leggère tra le rive (tutto cambia senza…)

Dalla mia casa col cancello di ferro, battuto e chiuso sull’orizzonte, tra località Faletta e la frazione Ronchi, mentre mi accendo la penultima sigaretta del pacchetto e mi ascolto masticare quel che resta della scorta di patatine, guardo dal terrazzo il contadino che semina con l’autocertificazione sul cruscotto del trattore accanto a un panino con cipolle e formaggio nella schiscetta di metallo. Che qui chiamano baracchino. E al pensiero di infilare guanti e maschera sarei tentato di smettere di fumare. Senza prendermi sul serio sorrido, magari prima o poi…
Ecco fermarsi dopo il guado una volante dei ghisa, da queste parti solo polizia locale. Il ragazzotto in divisa al terzo passo nell’appezzamento ha i mocassini pesanti per il fango della pioggerella dei giorni scorsi. Dopo avergli mostrato coll’indice la cascina oltre i filari di kiwi se ne va inveendo, e l’uomo con la camicia a quadri impreca qualcosa tipo I campi non si coltivano da soli…
Oggi voglio raccontarvi una leggenda di questi luoghi. Solo qualche chilometro più in là verso il biellese e oltre le apparenze, sulle sponde del lago di Viverone nei pressi del lido di Anzasco quando sul pelo dell’acqua soffia il forte vento della Valle d’Aosta si sentono i rintocchi delle campane dell’antica chiesetta sommersa del borgo di San Martino. Dal fondale le grida dei suoi abitanti colpevoli di non aver saputo dare ospitalità a un mendicante. Certe cose non cambiano mai… Nelle notti di luna piena sulle rive opposte una misteriosa dama risparmiata dal giudizio divino fa sentire il suo pianto d’amore.
Nelle sere di marzo il blu della sirena di un’autopattuglia al porticciolo sulla costa nord blocca l’unico accesso al promontorio orientale del lago.


Il rumore dell’aria sui nodi tra i rami risulterà canto le prime mattine di maggio, tra sterpi meno spinosi. È la speranza.
Il contadino ha imparato a lasciare chiuso l’ombrello. E condividere la pioggia e il sole con i suoi finitimi, e i frutti del campo che lavora.




Mirko D. Mastro




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Opera scritta il 04/04/2020 - 07:17
Da Mirko D. Mastro
Letta n.862 volte.
Voto:
su 8 votanti


Commenti


Racconto molto interessante e bello...in un susseguirsi di immagini che catturano dall'inizio alla fine. Bravissimo!

Margherita Pisano 05/04/2020 - 17:39

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Un testo splendido complimenti

Barbara Lai 05/04/2020 - 15:22

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Una realtà incresciosa,coronata da immagini e considerazioni eccellenti. Posso dire: bravo!
Buona Domenica

mare blu 05/04/2020 - 07:18

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Condivido pienamente i commenti che mi hanno preceduta. Testo davvero meraviglioso.Bravo, Mastro(Poeta)

MARIA ANGELA CAROSIA 04/04/2020 - 22:07

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Il paesaggio e i personaggi si fondono in una descrizione che sa cogliere ogni sfaccettatura e così ci si cala nel mondo di cui scrivi...
Molto molto bello Mirko!

Grazia Giuliani 04/04/2020 - 15:26

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Bello e magico questo tuo raccontare, come un dipinto dai colori pastello...
E poi io sono di Biella ...quindi apprezzato ancor di più!

Mimmi Due 04/04/2020 - 13:51

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MIRKO...Un bel racconto di come cambiano le abitudini e aggiungo nel modo più sano cioè smettere di fumare e mangiare
patatine...sostituendole a del pane e formaggio, la salute ci guadagna.Ciao

mirella narducci 04/04/2020 - 13:09

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Testo molto bello:pennellate di realtà mutata con richiami a ciò che invece non cambia mai, nel bene e nel male.Troppo forte il contadino con l’autocertificazione nel cruscotto del trattore e il panino di cipolle e formaggio......in contrasto con il poeta che guarda e interpreta la realtà fumando e mangiando patatine.Buona giornata Mirko

Anna Maria Foglia 04/04/2020 - 09:01

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Hai descritto in modo impeccabile quello che sta succedendo in queste zone restando in modo elegante nel tema della scrittura creativa, ma non solo, hai anche descritto queste zone con la tua grande e inconfondibile capacità descrittiva facendomi rivisitare mentalmente (visto che adesso non so può circolare) questi bellissimi luoghi che conosco molto bene, adoro d'estate andare a passeggiare lungo le rive del lago di Viverone e godere delle magnifiche giornate di sole .... non conoscevo la leggenda che hai descritto e adesso ne so un pezzo in più di questo meraviglioso Piemonte. Bravo, complimenti!

Maria Luisa Bandiera 04/04/2020 - 08:21

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