Siamo pieni di chissà
Chi di voi amici miei ha sbirciato nei sette capitoli fin qui da me pubblicati del mio primo manoscritto con parvenza di libro ricorderà forse che quel Reprobi Angelus a un certo punto della storia mi svelerà che ciò che scrivo improvvisamente diviene realtà. Ma non metterò questo racconto nel tomo, non è un nuovo capitolo o un’appendice. E’ più una richiesta d’aiuto.
Samael -così si chiama l’angelo caduto- se è vero che sono stato io a crearti, ora è tempo che tu mi restituisca il favore. Come ben saprai qui le cose vanno male. Si dice che se la pandemia non sarà stata contenuta verrà dichiarato il biocontenimento. Che parolona. Il più alto grado di controllo: i protocolli prevedono che il mondo intero si fermi completamente per 21 giorni. Checkpoint militari approntati garantiranno i rifornimenti necessari alla popolazione…
“Rigido o no, l’isolamento ora è la cura. Non sei d’accordo con me?”.
Probabilmente. Bentornato. Sei al corrente? “Etiam. Sì, scusa”.
Fra l’urlo e il silenzio c’era un sospiro. Ora appartiene tutto a Mefisto. “Che ti serve… sono in debito con te”.
Ho pensato tu possa fare qualcosa per i miei ragazzi. Portarli lontano, tenerli con te. Qualcosa. Risparmiagli questa primavera apparente! “Un modo ci sarebbe…”.
Un odore sgradevole di plastica mi fece chiudere e riaprire gli occhi, questione di pochi secondi.
Lo stesso odore dei guanti in lattice che utilizzo ogni giorno essendo costretto a toccare superfici ambientali. Dicevo…pochi secondi. Ero solo. Sulla tavola tra due mascherine di quelle col filtro, un tablet. Lo schermo illuminato, e un post it “Icona tonda in alto a destra, Samael”.
Diavolo di un angelo, che significherà!? Questi cosi tecnologici li capisco poco.
Mia moglie dorme. Nella stanza più grande i letti dei bambini sono vuoti!
Signore, che ho fatto…
Alinea II- Siamo pieni di chissà
Una sigaretta in balcone, l’alba già vecchia sui tetti delle case. Un battito d’ali, zuppe del caffè nella tazza, al cuore… che dirò a mia moglie!? Si sveglierà e non troverà i bambini. Se le raccontassi di Samael mi darebbe per matto. I bambini, dove ho messo quel tablet… Sulla tavola, con lo schermo sempre acceso mi accorgo dell’icona. Poco convinto la sfioro. Si apre uno di quei giochi che piacciono ai ragazzi. Una serie di scritte su sfondo italico cominciano ad apparire come impazzite: Luce, Orma di Dio. E ancora Eroe bianco con anima nera.
E Samael. Che ci fa seduto sotto l’Ala col mercato, ai piedi della Torre Civica!? Lo sfondo mi pare di riconoscerlo… un’altra scritta, questa volta su di una pergamena: Cisuliacum. Forse il nome del gioco. Ok, Wikipedia… bella questa, il nome del mio paese quando fu borgo romano.
Scopo del ludus: dare una mano alla moglie del governatore romano a recuperare quante più possibili monete di Ottaviano Augusto, Traiano e Adriano. E bonus per quelle col faccione di Giulio Cesare, da offrire in segno di ringraziamento a Santa Caterina affinchè scongiuri la peste che nel 1576 colpirà il piccolo insediamento. Mentre il marito presidia il guado sul fiume Dora Baltea.
E che ci azzeccano i bambini? Ancora scritte… Tre aiuti: 1) Adonay, rifrazione della Luce che gli umani contemplano nell’arcobaleno. Non posso crederci, il personaggio ha il volto del mio Simone…
2) Jach, l’orma di Dio nelle vibrazioni delle note musicali. L’omino è Samuele, pazzesco.
3) Eleh il Bianco, con anima nera. Non poteva mancare Nicolò. I miei ragazzi… ma che diavoleria è questa! Le schermate sono piacevoli, i loro volti sereni.
“Arrivo cara”, mia moglie è sveglia. Ora che le dico…
Forse ho le traveggole. Attorno alla tavola lei e i bambini mi aspettano per la colazione.
Che il virus si sia preso pena e abbia scelto di infettare unicamente il dispositivo…
Lasciandoci. Stanco forse di sfruttare le nostre vulnerabilità?
Mirko D. Mastro
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ti lascio un altro chissà...
Bravissimo!