Il mio nome, dopo di voi...
“ Al lettore affinché sappia come io ho amato questa donna”.
Chi legge, in questo caso, sono io, l'ultima delle sue tre figlie.
La frase è la prima pagina di un quaderno, con la copertina grigia e gli angoli arricciati, che la saliva passata sulle dita non ha placato la voglia delle pagine, appena stinte, a tentare un volo.
E nei sottofondi delle righe le parole filibustiere hanno solcato il mare saccheggiando buste incollate e cassetti chiusi a doppia mandata. Libere, le ho trovate sul cassettone della mamma, quando il suo profumo non aveva ancora toccato il pavimento e muoversi tra le sue cose era come strisciare sulle pareti della mia ferita aperta.
Agosto 1946: quando l'amore corre sulle spalle magre del dopoguerra, sulla tua scapola ferita al confine con la Jugoslavia e lei contava i passi della cicatrice, e t'incantava con le stelle che dalla bocca agli occhi correvano le praterie dei sogni dei sopravvissuti e galoppavano le libertà attraverso le maglie strette delle rette vie, in cerca di sentieri nuovi per respirare con i polmoni che portavano l'umido delle fosse scavate nella terra. Soffrivi di asma, vietato tossire.
E lei, incontrava nei boschi, mentre andava al mulino con la tessera della farina, cinque tedeschi che le posarono la cartucciera intorno al collo, con una carezza sui capelli uno di loro disse “ Bella italiana...”. Sorridenti se ne andarono riprendendosi le munizioni e la lasciarono sul sentiero, nella bellezza intatta, come in un giorno dei miracoli.
Arriva la stagione delle macerie in pace, dei visi scavati ed i vestiti larghi.
I mesi per amare la vita nuova e un quaderno per scriverne il trasporto, inimmaginabile anche alla mia poesia.
Vi ho conosciuti babbo e mamma, vi proteggo innamorati.
Trovo un senso in quell'immagine che ho, nella cinepresa al di là degli occhi di bambina, di babbo sul terrazzo seduto con le gambe accavallate, la caviglia poggiata sul ginocchio dell'altra gamba mentre fumavi, mentre guardavi la notte e canticchiavi Puccini. Le parole passavano sul bucato steso e rientravano dalla finestra in bagno sfiorando la lavatrice, la prima comprata nel giorno in cui in America ammazzavano John Kennedy, e la melodia sfiorava la biancheria intima che mamma teneva nel cesto, piegata sotto la vestaglia.
Chi legge, in questo caso, sono io, l'ultima delle sue tre figlie.
La frase è la prima pagina di un quaderno, con la copertina grigia e gli angoli arricciati, che la saliva passata sulle dita non ha placato la voglia delle pagine, appena stinte, a tentare un volo.
E nei sottofondi delle righe le parole filibustiere hanno solcato il mare saccheggiando buste incollate e cassetti chiusi a doppia mandata. Libere, le ho trovate sul cassettone della mamma, quando il suo profumo non aveva ancora toccato il pavimento e muoversi tra le sue cose era come strisciare sulle pareti della mia ferita aperta.
Agosto 1946: quando l'amore corre sulle spalle magre del dopoguerra, sulla tua scapola ferita al confine con la Jugoslavia e lei contava i passi della cicatrice, e t'incantava con le stelle che dalla bocca agli occhi correvano le praterie dei sogni dei sopravvissuti e galoppavano le libertà attraverso le maglie strette delle rette vie, in cerca di sentieri nuovi per respirare con i polmoni che portavano l'umido delle fosse scavate nella terra. Soffrivi di asma, vietato tossire.
E lei, incontrava nei boschi, mentre andava al mulino con la tessera della farina, cinque tedeschi che le posarono la cartucciera intorno al collo, con una carezza sui capelli uno di loro disse “ Bella italiana...”. Sorridenti se ne andarono riprendendosi le munizioni e la lasciarono sul sentiero, nella bellezza intatta, come in un giorno dei miracoli.
Arriva la stagione delle macerie in pace, dei visi scavati ed i vestiti larghi.
I mesi per amare la vita nuova e un quaderno per scriverne il trasporto, inimmaginabile anche alla mia poesia.
Vi ho conosciuti babbo e mamma, vi proteggo innamorati.
Trovo un senso in quell'immagine che ho, nella cinepresa al di là degli occhi di bambina, di babbo sul terrazzo seduto con le gambe accavallate, la caviglia poggiata sul ginocchio dell'altra gamba mentre fumavi, mentre guardavi la notte e canticchiavi Puccini. Le parole passavano sul bucato steso e rientravano dalla finestra in bagno sfiorando la lavatrice, la prima comprata nel giorno in cui in America ammazzavano John Kennedy, e la melodia sfiorava la biancheria intima che mamma teneva nel cesto, piegata sotto la vestaglia.
Opera scritta il 15/05/2020 - 19:41
Letta n.891 volte.
Voto: | su 13 votanti |
Commenti
Bel raccomnto, carico di sentimento e caratterizzato da una narrazione fluida e coinvolgnete, precisa sotto l'aspetto letterario ma dotata di forza poetica come d'altronde conviene ad una narratrice che fa della poesia la sua ragione letteraria. brava. ciao.
Giacomo C. Collins 30/05/2020 - 19:32
--------------------------------------
VI RINGRAZIO TANTO...
Grazia Giuliani 18/05/2020 - 17:37
--------------------------------------
Un racconto molto sentito dove un tempo rimane attaccato alle sue radici. Trovo che sia scritto benissimo. Complimenti di cuore carissima Grazia
MARIA ANGELA CAROSIA 18/05/2020 - 10:34
--------------------------------------
Ciao Grazia hai sempre una scrittura talmente elegante!!e i ricordi che riaffiorano guardando oggetti del passato... sembra di viverli con te ora!
Molto bello questo brano!!
Molto bello questo brano!!
barbara tascone 17/05/2020 - 13:58
--------------------------------------
GRAZIA...Amore puro infinito che non tramonta mai. Fatto oggi di immagini d'un passato poi non così tanto lontano. Bellissimo quadro di un vissuto che ci è stato raccontato e abbiamo amato. Sempre bravissima. Buona domenica
mirella narducci 17/05/2020 - 12:14
--------------------------------------
Una dedica ai genitori coltivata nel tempo, trasporta dolcezza e amarezza insieme.
Trovo immagini che sanno di poesia. Come sempre sei molto brava.
Cari saluti!
Trovo immagini che sanno di poesia. Come sempre sei molto brava.
Cari saluti!
mare blu 16/05/2020 - 23:08
--------------------------------------
Bellissima..
Da leggere tutta d'un fiato
Da leggere tutta d'un fiato
ELIO CAZZARO' 16/05/2020 - 22:50
--------------------------------------
Quest'opera è uno spartito dove campeggiano note di una musica che addolcisce l'animo e proietta lo spirito verso emozioni profonde che si espandono e vanno ad abbracciare un amore dolce ed infinito. Emozionante.
Francesco Scolaro 16/05/2020 - 18:54
--------------------------------------
Una prosa, questa di Grazia, che corre sulla metrica di una poesia e non può essere altrimenti quando si incontrano parole come" vi ho conosciuti babbo e mamma, vi proteggo innamorati". Sono puri versi di una lirica che si dipana in un'esistenza vissuta amando profondamente gli affetti più cari. L'amore per i genitori Grazia lo sta vivendo ancora e lo testimoniano le parole di questo racconto che si può riassumere in tre aggettivi: delicato, struggente ed commovente. Tre aggettivi racchiusi in una proprietà di linguaggio e descrittiva notevole e concordo con il commento di un autore che dice che questo racconto è uno dei più belli scritti da Grazia. Brava sopratutto per le emozioni che regali al lettore.
Antonio Girardi 16/05/2020 - 11:16
--------------------------------------
Un dipinto di ricordi scritti con tanta poesia.
Mi sono commossa.
Mi sono commossa.
Valeria Germani 16/05/2020 - 10:15
--------------------------------------
Accurato testo.. triste incancellabile
ricordi. Complimenti Grazia.
ricordi. Complimenti Grazia.
Salvatore Rastelli 16/05/2020 - 08:49
--------------------------------------
Questa volta, in questo testo, ci sono ben tre fattori rilevanti. Il corpo del racconto è come un bel dipinto, di quelli in cui si intuisce subito e senza difficoltà il tema. E le pennellate sono talmente belle e intense, delicate da farti nello stesso tempo aver voglia di piangere...e di stare bene. Infine il titolo, grandioso. Il più bel racconto a mio parere, forse, che hai scritto.
Mirko D. Mastro(Poeta) 15/05/2020 - 21:32
--------------------------------------
La bellezza e forza di questi ricordi che svelano un’intimità familiare che la tua splendida penna trasfigura per renderla accessibile al lettore!
Racconto molto bello!
Buona serata Grazia
Racconto molto bello!
Buona serata Grazia
Anna Maria Foglia 15/05/2020 - 21:29
--------------------------------------
Bellissimi e sentiti ricordi regalati egregiamente alla tua lodevole penna. Complimenti, leggerti è un vero piacere.
santa scardino 15/05/2020 - 21:14
--------------------------------------
in questa foto, una mamma bambina, un sorriso come quello delle ragazze di oggi, aperto all'amore, alla vita
un amore infinito, di cui porti l'inchiostro nel cuore ed i ricordi leggeri, come quella melodia di Puccini, nel fumo di una quotidianità perduta...
ma tu hai il dono della scrittura e nulla muore se il ricordo, vivo, s'agita tra i righi dei tuoi pensieri...
intatto, intatti loro
splendido testo
...e grazie
un amore infinito, di cui porti l'inchiostro nel cuore ed i ricordi leggeri, come quella melodia di Puccini, nel fumo di una quotidianità perduta...
ma tu hai il dono della scrittura e nulla muore se il ricordo, vivo, s'agita tra i righi dei tuoi pensieri...
intatto, intatti loro
splendido testo
...e grazie
laisa azzurra 15/05/2020 - 20:18
--------------------------------------
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.