Come l'estate incerta
sulla nuova tenera erba
fra cumino dei prati e cerfoglio
che la pelle e il crine m'adorna.
Ho ancora la freschezza acerba
della primavera, la quale non torna
e della melodia ventosa, la foggia.
Dell'esistenza rara del quadrifoglio
esibisco l'aleatoria incertezza
di chi non vuole essere scoperta
come nelle sere ricamate di brezza
-come l'estate incerta-
da poche ore venuta alla luce
stiracchio le membra già slanciate,
il seno gonfio di drupe, di grilli la voce
acclamo, mentre le gambe già ambrate
ospitano farfalle rosse e glauche
cicale ancora timide e rauche.
Mi alzerò da questa verde maretta:
il grano, il papavero, il prugno
e sul finire l'uva e la mela renetta
matureranno, come s'abbronzerà
il mio broncio, sorriderà il grugno
ma non sarò mai più così bella,
in dulcamara aspettativa
di chissà quali eventi,
non sarò mai così direttiva
al modo dell'arcana rosa dei venti.
Tra un mese, forse meno,
aria non filtrerà o verranno tempeste
nella mia veste immacolata
ma ora il mio viso è ameno
ed ho della giovinezza agreste
ancora l'effigie serena e delicata.
Sono l'estate appena nata.
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Bellissima
Come guardare un paesaggio che lentamente rinasce e indossa i suoi più begli ornamenti che incantano l'animo!
Bellissima esposizione!
Emozionante!!!
Si scopre, poco a poco
Geniale