Tutto accadde in un pomeriggio di Novembre quando Don Gesualdo mi scacciò fuori di casa.
Lisa, la figlia di Don Gesualdo, follemente innamorata di me, non accettò l'atto del padre verso di me. Cosi lei partì al mio inseguimento, cercando di raggiungermi e chiamandomi a gran voce.
Intanto il cielo incominciò a scurire. Lasciava l'azzurro nascondersi dietro nembi oscuri. Quel venticello aumentava gelido ogni secondo. Si girava in una vera e propria tempesta,
infuriava e l'urlo sempre più frequente portato via del vento
non era un urlo che cercava aiuto ma che dal proprio animo si staccava come dire: “Fermati, non lasciare l'amore nella tempesta morire.”
Io no udivo il richiamo suo ma solo il disprezzo di colui che alla propria figlia tolse l'amore e che a desso pena nel suo dolore.
Opera scritta il 17/08/2020 - 18:17
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Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Molto bello.
Antonio Girardi 21/08/2020 - 12:07
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È un racconto molto incisivo e pieno di amarezza per un amore perduto...Complimenti Salvatore
barbara tascone 18/08/2020 - 09:03
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la rabbia e la tristezza per qualcosa che, se...
avrebbe cambiato la nostra vita
un racconto brave, manzoniano
molto piaciuto
ciao Salvatore
avrebbe cambiato la nostra vita
un racconto brave, manzoniano
molto piaciuto
ciao Salvatore
laisa azzurra 17/08/2020 - 20:19
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