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Achille Cerasuoli

Ci chiesero di ricostruire il fatto. Vollero da noi molti dettagli su come avevamo passato le ore tra le dodici, quando ci avevano visti tornare dalla chiesa, ma come avevamo da sempre dichiarato non ne sapevamo nulla dell’accaduto. Ritornavamo per i fatti nostri, e vestiti in quel modo, un’eleganza che non poteva smentire, che non fossimo parte del matrimonio. Ritornavamo in casa solo perché io, affranta com'ero per l’emozione del mio primo nipote alle sue nozze, avevo bisogno di sostituire i tacchi con delle scarpe più basse. Le nozze in Chiesa si celebrarono in una splendida giornata di sole, immersa da folle di invitati allegri e gioiosi, la decappottabile nera di fuori addobbata di bianco, i bambini che lanciavano riso, e mio nipote che brindava con la sua Linda tra applausi e benedizioni. Poi a metà della cerimonia, non tutti udirono un grido sordo, che proveniva dalle mura esterne della cattedrale, e a nostra insaputa, almeno fino al bacio finale, un povero anziano vi cadde di sotto, precipitando per quasi cento metri. Fin quando i vigili non ci fermarono di ritorno a casa, poco distante dal viale della cattedrale, il grido già lo dimenticai, e tutti alla notizia ne rimasero molto turbati, senza nulla togliere al meraviglioso banchetto che ci attendeva in pieno cielo aperto. Ma i giorni che vennero successivi, rimasero indelebili sulla festa e su tutti i presenti, come su queste poche righe, che vi racconto su questa rubrica femminile, di vittime femminili, raccontare la mia storia, da questo angolo angusto di carcere femminile, dove almeno, viva Dio, é permesso confidarsi perfino con l`esterno.
I giorni dopo al matrimonio di mio nipote, trascorsero come gli altri, un fine primavera che si incamminava verso l`estate, ma per poco, quasi dopo una settimana venimmo convocati io e mio marito nell`ufficio giudiziario della pretura. Rimanemmo comunque lieti di partecipare alla rivendicazione della nostra cerimonia, alquanto turbata, ci accomodammo sulle poltrone del magistrato con animo leggero. Quando iniziò con l`interrogatorio la sua espressione trasali` con contenuta severità, il suo tono scese di una serietà preoccupata, e ci venne a mostrare delle foto. Del mio golfino verde pallido, che teneva stretto in mano l`accidentato signore morto nel precipizio, del mio fermaglio poggiato sul ciglio del muro soprastante, e delle unghie ritratte sui polsi dell`anziano, come se all`atto di cadere fosse stato spinto, e per non cadere si fosse aggrappato alle braccia di una donna che aveva uno smalto scuro, e lei con le sue braccia lo avesse volontariamente calcato con forza oltre il ciglio.
Non perdemmo la calma. Ci guardammo in viso e con un leggero sorriso acconsentimmo alla ragionevole titubanza del magistrato, che non sembrava per niente placato.
<< Sig. magistrato, anche se dalla testimonianza, io a metà cerimonia, sono stata trovata e vista fuori dalle mura della cattedrale, non hanno però potuto provare, che ero in cerca del mio nipotino, che come potrà dimostrare mia sorella, si allontanò con gli altri bambini per rincorrersi nel parco giochi adiacente. E poiché lì non lo trovai fra gli altri, mi esposi nell`altro lato della struttura, dove per ristorarmi un momento, poggiai appunto, il golfino e distrattamente, attratta dall`attenzione delle urla giocose che si ricorrevano, lasciai il mio fermacapelli, così invece tornai in Chiesa e ripresi il mio posto a sedere >>
<< Bé signora, le cose non sembrano così nitide come lei le mostra. Da più di due testimonianze lei é da molto, anzi, benedetta la sua anima, era da molto, in cattivi rapporti, con l`Achille Cerasuoli, quindi pessimi...>>
<< ... direi alquanto indifferenti vicini, signor magistrato... lo può confermare mio marito qui presente...abbiamo avuto subbugli solo per il terreno dietro le nostre case, collocate vicino, terreno che ancora oggi, dopo la causa, or tempo che fu, da noi vinta, il signor Achille non venne mai a pace, ed io e lui, mio consorte Aldo, ne troncammo i rapporti, peraltro, miserabondi, soprattutto dopo che Achille divenne vedovo >>
<< Signora è peraltro risaputo…, i rapporti saranno divenuti anche indifferenti, ma le continue indispettite che vi sono state fra lei soprattutto, ed il defunto, come due fratelli nevrastenici, passano poco inosservate. Abbiamo rotture di vetri, per lei e suo marito l`avvelenamento del cane, uno sparo del fucile la notte di capodanno, del suo presente marito che sfiora la mensola dell`Achille, l`esorcista mandato da quest'ultimo a casa sua di domenica. Non sembra un rapporto di vicinato serio il vostro, e nemmeno sano, e se mi consenta, la sua sincerità, se volesse ora, dichiarare la sua reale posizione di quel giorno, la sua sincerità verrà premiata, altrimenti la legge continuerà a fare il suo corso, attenendosi alle prove e sul grado di veridicità dei fatti intercorsi. Mi creda lei aiuta noi, e noi aiutano lei>>
<< Ma signor magistrato, come può sostenere, o almeno come la legge può supporre ?! che io nel giorno del matrimonio di mio nipote, abbia deciso di vendicare tutto il trascorso pessimo, che Dio non ne voglia, con quel pusillanime dell’Achille Cerasuoli, e di tutte le sue losche vicende…! >>
<< …E signor magistrato, abbia pazienza, io Aldo che sono il marito, da che parte dovrei stare? Quando lei uscì non c’ero, non l’accompagnai di fuori, non posso ritenere di esser venuto qui, per scagionare mia moglie, con un pizzico di sale in zucca, avremmo potuto camuffare una scusa, lei avrebbe potuto urlare al momento della caduta improvvisando un incidente, io al momento dell’uscita di chiesa avrei potuto denunciare il fatto. Ma mia moglie non mi ha detto niente, come avrebbe potuto continuare il matrimonio di suo nipote, fino a tarda sera, dopo aver commesso un bell’omicidio in pieno giorno, ed in eleganza poi >>
L’atmosfera, poveri noi si incupì terribilmente. Le ginocchia mi tremavano, il fazzoletto che avevo in mano divenne carta straccia, mio marito cominciava a balbettare e ad annaspare, il magistrato si passava le mani sulla testa calva, con un mozzone di sigaro spento da ore, ma questo ve lo racconterò alla prossima puntata, care amiche della rubrica, “Si alle donne”, con la speranza che dopo questo mio primo anno di prigionia innocente, la legge, la vera legge faccia il suo corso esatto, per me che scrivo e speriamo per tutti.


A Presto, Agnese Matildi




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Opera scritta il 03/09/2020 - 21:11
Da Luca Di Paolo
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