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Il viaggio (creativa, Questo periodo) dodicesima tappa

Quando il sole si corica con le preghiere dei bambini, apparirò in questo salotto itinerante.
Non potevo deludere le aspettative del nostro professor D’Onise, compagno di viaggio.
Nel mio completo nero, arrotolandomi le maniche e con il nodo alla cravatta allentato, mi farò rapire un istante dai marmi rosa e bianchi che profumano di pane appena sfornato. Trattenendo la giacca che cerca di cadere dalle spalle, come una figura melanconica, davanti alla Torre dell’Orologio mi metterò a mangiare quel pane vicino al caminetto, accorgendomi che siete lì a sorridere insieme a me in poltrone di varia foggia. Riconosco le sagome nitide di Ernesto e Giuseppe, e le ombre di Ferruccio e Santa. Maria Luisa, Barbara e Loris, Antonio, Grazia e Anna Maria, Moreno e Laisa.
Mi sono sempre piaciute le ombre senza il fardello dei dettagli. E le qualità dei dettagli.
In quest’epoca dove la commozione è tanta per ogni cosa ti racconterò una storia; vieni, mettiti seduta. Intanto aspetto la neve alla finestra… fiufiu… “Ci son giorni qua da noi/ che piove tanto che sembra non smettere mai/ che ti immagini i colori che non vedrai/ che la nebbia non ti fa capire chi sei” …fiufiu…
Malattie e stenti stavano come cani assopiti innanzi alle porte per le strade, sotto gli occhi di tutti.
E tutto correva e nessuno guardava, nessuno si accorgeva degli altri. Reggendosi ad un cassonetto di quelli per i vestiti usati a dar respiro alla Kawasaki che da un poco gli stava appoggiata sul miocardio, un ragazzetto col viso scontroso, capace ancora di accorgersi di un fiore cresciuto in un tombino di scolo, sentiva forte il desiderio di portare anche lui un saluto alla piccola figura melanconica portata con premura su per i gradini del Sant’Anna verso la quale tutti volgevano lo sguardo in quella notte particolare dell’anno. Narrano che seguì il suono forte del campanile di quel ramo del lago di Como fin sotto la stella di led a luce fredda dell’ospedale, e che mancassero solo i cigli delle porte. Povero, ma creso di sentimenti e della sua arte, fece l’unica cosa che sapeva fare: le palle colorate e i volteggi in quell’odore di corsia fecero ridere tanto il bambinello, e da allora…
Sarà mezzanotte anche la notte del prossimo Natale, dando le spalle all’albero con palline inerti e le campanelle farò gli auguri alle ultime stelle accese e brinderò con un’altra sigaretta. Col polso sinistro nella mano destra, uscendo da un dipinto di uomo con le mani dietro la nuca.
…fiufiu… “Sembra tutto accendersi/ come con le luci di Natale/ che colorano quello che accarezzano” …fiufiu…


Allora Mary, prenderai posto accanto a me?


drin drin… Buonasera Adriano, qui siamo un po’ di amici tuoi. Adriano… Buon Natale.




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Opera scritta il 08/12/2020 - 19:12
Da Mirko D. Mastro
Letta n.681 volte.
Voto:
su 5 votanti


Commenti


Mirko, l'immagine iniziale del salotto e delle maniche arrotolate introduce poeticamente al testo dedicato a questa fermata, testo che trovo di una bellezza incantevole...è talento questo tuo scrivere

Grazia Giuliani 10/12/2020 - 19:07

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E certo: il sole si corica con le mie preghiere; qualche volta lui va a dormire ma io no. Aspetto sempre qualcuno: babbo natale, la befana, una telefonata tardiva ma desiata... che non arriva: la morosa sta incazzata (si può dire?).
Preferisce il silenzio. Quello cantatore, quello che fa così: “ Marì d’int o silenzio, silenzio cantatore nun te dico parole d’ammor ma te ddice ...” a carrozza pe mme ...( è nu valzer napulitane).
Si jamme a du’ Adrian, mi capirà se parlo nella mia lingua madre?
E chi ‘o sape!!!

Ernesto D’Onise 10/12/2020 - 18:05

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Continua piacevolmente questa gita itinerante, per fortuna che siamo dentro il tuo racconto quindi insieme virtualmente altrimenti faremmo "assembramento" ....

Maria Luisa Bandiera 09/12/2020 - 07:47

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Grazie per avermi inserita Mirko.
Certo prenderò posto in questo viaggio poetico.
Tutto quello che scrivi è magico!
Grazie di cuore. Un saluto.

Mary L 08/12/2020 - 22:19

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Credo che il Patron Adriano gradirà la tua sortita in quel di Piov... diciamo, nella cittadina del Padovano dove abita.
Ah, dopo l'Ospedale a dx, c'è un ottimo ristorante di pesce.
Un saluto Mirko

Loris Marcato 08/12/2020 - 22:09

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Grazie Mirko

Anna Maria Foglia 08/12/2020 - 20:57

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Grazie Anna Maria, volentieri. Tra i miei compagni di viaggio ci siete voi che siete saliti durante la vostra tappa, le sagome nitide che ci hanno raggiunto poi...e le ombre di chi non è salito (ovvero di chi non è venuto a trovarmi qui). Buona serata mia gradita ospite

Mirko D. Mastro(Poeta) 08/12/2020 - 20:49

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Molto interessante e poetica questa tappa dove piovono belle suggestioni.
Mi piace sempre il ritornello delle ombre e dei dettagli...ma spiegami, se vuoi, perché siamo saliti come ombre senza dettagli di cui pur evochi le qualità. Ciao Mirko e buona serata.

Anna Maria Foglia 08/12/2020 - 20:40

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