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Intolleranza giovanile

Il mio boyfriend quando era in licenza aveva l'abitudine di venire a prendermi all'uscita dall'ufficio presso il quale ero impiegata con la sua 500/L, nuova di zecca( a noi sembrava una Rolls royce).Devo premettere che mio padre non tollerava ritardi oltre l'orario stabilito,ore 20,per cui noi due avevamo poco più di mezz'ora per stare insieme,tanto che spesso mi diceva che si sentiva un tassinaro. Per questo motivo durante la licenza di agosto, dopo una ripetuta insistenza mi convinse a chiedere al mio capoufficio,piuttosto reticente nel concedere riduzioni delle ore lavorative,il permesso di uscire, la sera successiva,un'ora prima e così feci, anche se mi costava molto quella richiesta, sapendo come la pensava. Ci demmo appuntamento davanti all'ingresso principale delle Poste centrali di Caserta(ogni sera avevo una raccomandata da inviare a Roma,allora i servizi online non esistevano). Le Poste di cui parlo sono ubicate in un bellissimo ed antico palazzo che separa due piazze, per cui ci si può girare tutt'intorno. Fatta la solita raccomandata di routine, uscii dall'ingresso principale sicura di trovarlo lì in trepidante attesa, ma non fu così. Decisi di fare un giro per ingannare l'attesa. Il problema è che di giri ne feci tre o forse quattro, non ricordo più quanti esattamente, superando anche l'imbarazzo dei sorrisetti dei ragazzi che erano seduti ai tavolini di un bar nel vedermi passare e ripassare. Finalmente, dopo quasi trequarti d'ora di ritardo arrivò, con un mezzo sorriso,come quello del gatto che ha ingoiato il topo. Avevo immaginato mille ragioni che giustificassero quella lunga attesa, quando mi sentii confessare candidamente che avendo deciso di lavare la macchina non si era accorto del tempo che era passato. Esplosi come una pentola a pressione,scesi dalla macchina e con tutta la rabbia che avevo dissi: 'Bene,visto che lo splendore della tua Ferrari viene dopo gli impegni che prendi con me, fatti un bel giro con lei, perché io me ne vado a piedi.’ Sbattei lo sportello e me ne andai. Non avendo dove parcheggiare non poté corrermi dietro,inoltre avevo anche imboccato un senso unico.
La sera successiva lo trovai tutto contrito ad aspettarmi sotto il portone dell'ufficio.
Dopo un imbarazzato 'ciao', gli chiesi dove avesse lasciato la macchina.
'Veramente, per non sbagliare sono venuto a piedi, così facciamo la strada insieme, ed anche perché ci tenevo a farti capire che la macchina non sarà mai importante quanto te ‘. Fu la sua risposta.
'Mi stai dicendo che sei venuto senza la macchina?’ Contenendo il più possibile la rabbia.
Risposta:'Si'
'E secondo te, io ora mi dovrei fare di nuovo la strada a piedi e con questi tacchi così alti?( li avevo messi per sembrare più carina ai suoi occhi). Difficile descrivere la sua espressione nel cercare una risposta che. non venne. Facemmo tutta la strada cercando una vera e propria conversazione.
Arriviamo così all'ultima sera che riguarda questo racconto.
Scesi dall'ufficio un po' in ansia e col cuore in gola, e lo trovai ad aspettarmi con un dolce sorriso sulle labbra e con due pacchi in mano,uno più grande l'altro più piccolo.
Me li porse dicendo:
'Questi sono per te, ma apri prima quello più grande'
Sorpresa per quel gesto feci come mi aveva detto.
E scoprii che nel primo c'era un bellissimo paia di mocassini, il cui significato era evidente. Mentre aprivo il secondo, mi arrivò la sua voce calda...:
'Questi sono i tuoi cioccolatini preferiti, i Baci Perugina con la speranza che tu possa addolcirti, ma solo un poco, per il resto ti amo così come sei.’
Beh! Le parole volarono tutte nei miei occhi che diventarono due lucciconi,come quelli di ora mentre scrivo, ero emozionata,sentivo che un'altra goccia d'amore era caduta nel mio cuore.
Amore mio, certamente se potessi tornare indietro non sarei più così sciocca e dura,ma chiederti scusa ora sarebbe ancora più stupido.
In fondo le vere storie d'amore non nascono mettendo alla prova,giorno dopo giorno, quanto importanti siano i nostri sentimenti?...



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Opera scritta il 03/02/2021 - 18:19
Da santa scardino
Letta n.661 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Mi è proprio piaciuto tutto il racconto e ancor più il finale visto che amo le storie a lieto fine, brava Santa, un bel racconto!

Maria Luisa Bandiera 05/02/2021 - 08:00

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Il racconto è davvero bello, il finale ancora di più. Ma quei lucciconi sono il vero senso della storia

Mirko D. Mastro(Poeta) 04/02/2021 - 17:39

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La tre ultime righe finali, se non fossero col punto di domanda suonerebbero come un veritiero aforisma. Sì, ti rispondo che é così, la prova del nove sono proprio i sentimenti.
Santa, concludo col dirti che hai pubblicato un testo VERO dal sapore VERO, per di più in tema con il vicino San Valentino.
Brava, grazie di cuore per questa preziosa "trasposizione"
Cinque stelline più cinque Baci Perugina.

Giuseppe Scilipoti 03/02/2021 - 22:41

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Carissima Santa, sono proprio questi i racconti che piacciono a Giuseppe. Ti giuro che l'ho letto con estrema partecipazione tant'é vero che condivido la parola "slancio" espresso da Grazia.
Nel testo ho avvertito quello che nel mondo del cinema viene chiamato "voice over" che si incalana tra tessuti dei ricordi che loro volta si collegano ai sentimenti, alle varie sensazioni di allora, all'atmosfera di allora in cui ad esempio non c'erano telefonini o e-mail.
Spesso si doveva improvvisare, spesso con trovate o sorprese che oggi risulterebbero anacronistiche.
La narrazione raggiunge il picco più alto a tre quarti di lettura, tant'é vero che i miei occhi hanno cominciato a brillare per poi diventare lucidi nel finale, quasi quasi un voler tornare indietro almeno per evitare il cazziatone al tuo amore in quanto a distanza di moltissimi anni realizzi di quanto fosse immeritevole.
(segue)

Giuseppe Scilipoti 03/02/2021 - 22:40

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Bella la storia, altrettanto lo è lo slancio con cui la racconti,
traspare la tua sincerità, quando ciò che si scrive corrisponde alla nostra anima.

Grazia Giuliani 03/02/2021 - 18:37

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