Sai che la somma dei numeri naturali fa meno un dodicesimo?...Tra tutti i modi con cui può iniziare una storia questo è decisamente il più strano e originale che io potessi aspettarmi. Questa è una storia di numeri, di fisica, di due menti confuse che, come ubriachi nella notte, barcollano e si perdono nelle strade ciottolose di un futuro incerto.
Era un pomeriggio qualunque, uno dei tanti pomeriggi passati in quella biblioteca a cercare di inseguire un sogno non mio, una vita capitata per caso, un destino barattato con la voglia di non fermarsi, con la voglia di avere uno scopo. Piegata su un esercizio di fisica a cui non sapevo dare risposta, lui si rivolge a me per offrirmi il suo aiuto. Sguardo cupo, presenza imponente, fitti ricci neri a contornargli il volto, intricati e impenetrabili come i suoi pensieri. Aveva spesso il cappuccio in testa, come per schermarsi il più possibile dalla realtà circostante e rifugiarsi in quel mondo affascinante di numeri e teorie che lo tenevano vivo nella banalità della vita quotidiana. Avido di conoscenza sotto ogni sua forma, era un vaso di Pandora pronto ad esplodere e a regalare pepite d'oro di cultura a chi sarebbe stato ansioso di averne. La serie di Ramanujan è stata una delle nostre prime conversazioni, è stato un po’ come un nostro vischio personale, con meno un dodicesimo di foglie. Riuscire a superare per un attimo quella porta così serrata al resto della gente, varcare la soglia di quell'anima incredibilmente attraente e curiosa credo sia stato uno dei traguardi più importanti nella mia vita fino a questo momento. Le cose vanno spesso diversamente da come si spera, e il destino è solo un vecchio anziano annoiato che gioca con le nostre pedine e si diverte a vedere l'effetto che fa. Avevamo forse entrambi troppi posti bui dentro di noi, e non siamo riusciti a trovare una strada, a creare in quel buio un tunnel verso la luce. Un anno, quasi un anno di condivisione e intreccio delle nostre menti affamate di compagnia e di comprensione, ma neanche dopo un anno i nostri cuori hanno capito come parlarsi, come prendersi le mani. È stata una storia abortita, di quelle storie che lasciano tanti interrogativi, “come sarebbe stato se invece…?” Io sono partita, ho lasciato Bologna e con essa tutto ciò che lei mi aveva dato, per rincorrere qualcosa che mi era stato tolto e di cui credevo di necessitare. Un altro baratto infame, una scelta sbagliata tra le mille scelte di questa strada frastagliata senza indicazioni. Mi è rimasto un cristallo di quarzo, come un frammento di questa storia senza fine, un giubbino scolorito che metto ogni volta che posso per sentirlo ancora al mio fianco, ancora una volta come quando odiavamo insieme il mondo, mano per la mano, mente per la mente, cuore contro cuore.
Era un pomeriggio qualunque, uno dei tanti pomeriggi passati in quella biblioteca a cercare di inseguire un sogno non mio, una vita capitata per caso, un destino barattato con la voglia di non fermarsi, con la voglia di avere uno scopo. Piegata su un esercizio di fisica a cui non sapevo dare risposta, lui si rivolge a me per offrirmi il suo aiuto. Sguardo cupo, presenza imponente, fitti ricci neri a contornargli il volto, intricati e impenetrabili come i suoi pensieri. Aveva spesso il cappuccio in testa, come per schermarsi il più possibile dalla realtà circostante e rifugiarsi in quel mondo affascinante di numeri e teorie che lo tenevano vivo nella banalità della vita quotidiana. Avido di conoscenza sotto ogni sua forma, era un vaso di Pandora pronto ad esplodere e a regalare pepite d'oro di cultura a chi sarebbe stato ansioso di averne. La serie di Ramanujan è stata una delle nostre prime conversazioni, è stato un po’ come un nostro vischio personale, con meno un dodicesimo di foglie. Riuscire a superare per un attimo quella porta così serrata al resto della gente, varcare la soglia di quell'anima incredibilmente attraente e curiosa credo sia stato uno dei traguardi più importanti nella mia vita fino a questo momento. Le cose vanno spesso diversamente da come si spera, e il destino è solo un vecchio anziano annoiato che gioca con le nostre pedine e si diverte a vedere l'effetto che fa. Avevamo forse entrambi troppi posti bui dentro di noi, e non siamo riusciti a trovare una strada, a creare in quel buio un tunnel verso la luce. Un anno, quasi un anno di condivisione e intreccio delle nostre menti affamate di compagnia e di comprensione, ma neanche dopo un anno i nostri cuori hanno capito come parlarsi, come prendersi le mani. È stata una storia abortita, di quelle storie che lasciano tanti interrogativi, “come sarebbe stato se invece…?” Io sono partita, ho lasciato Bologna e con essa tutto ciò che lei mi aveva dato, per rincorrere qualcosa che mi era stato tolto e di cui credevo di necessitare. Un altro baratto infame, una scelta sbagliata tra le mille scelte di questa strada frastagliata senza indicazioni. Mi è rimasto un cristallo di quarzo, come un frammento di questa storia senza fine, un giubbino scolorito che metto ogni volta che posso per sentirlo ancora al mio fianco, ancora una volta come quando odiavamo insieme il mondo, mano per la mano, mente per la mente, cuore contro cuore.
Opera scritta il 19/04/2021 - 15:44
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Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Bella storia, ben scritta, un tratto di vita trascorso insieme e poi si prendono strade diverse...ma di sottofondo sempre il travaglio interiore della protagonista.
Anna Maria Foglia 20/04/2021 - 17:16
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Ogni atomo nel tuo corpo viene da una stella che è esplosa. E gli atomi nella tua mano sinistra vengono probabilmente da una stella differente da quella corrispondente alla tua mano destra. È la cosa più poetica che conosco della fisica: tu sei polvere di stelle.
(Lawrence Maxwell Krauss)
(Lawrence Maxwell Krauss)
Bel testo, scritto bene e coinvolgente.
Complimenti
Mirko D. Mastro(Poeta) 19/04/2021 - 19:00
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