morde la zampa grigia
lasciata lì dal lupo
che, per liberarsi,
ha dovuto staccarla a morsi
l'ululato di dolore
nasce dalla profondità dell'orrore
e si espande tra gli alberi,
e le fronde,
della gelida foresta;
l'animale, claudicante,
lecca il moncone sfrangiato,
urla la sua disperazione
con lai che si strozzano in gola,
annusa l'aria
e sente l'afrore dei suoi simili:
è un maschio alfa,
ma ora dovrà essere protetto
dal resto del branco
e lasciare la sua femmina
ad un altro dominante;
vorrebbe essere felice
di respirare ancora,
di non essere morto,
ma l'aria che inala è greve,
pregna dell'odore del sangue;
ora ha solo paura,
il cuore impazzisce nel petto,
affannoso,
pensa alla sua zampa
che ha lasciato nella trappola
e che marcirà,
e sarà cibo per vermi.
La luna riflette,
nel lucore degli occhi corvini,
un raggio che serpeggia
sul muso triste:
forse una lacrima,
sorta dall'anima!?
Voto: | su 1 votanti |
Nessun commento è presente