Il mago triste
saprei scrivere per mentire
alle parole, persino mischiare
le carte alla prossima illusione…
esce il trovatore in un suono grave col
coniglio di pezza dalla tuba di cartone.
Sono stato su palcoscenici dietro sipari d’ogni
sorta, ma quando la vita va in scena tra le pareti
dolciastre d’etere d’una sala d’attesa e il fenolo
-che mi ricorda l’inchiostro- dell’androne,
mentre istrioni in camici verdi liberano di mio figlio la tuba
all’aria, la magia è rimanere appeso a qualunque sensazione.
(da “Dentro la sera” -28 agosto 2021)
Stamane ho inserito forse inconsciamente questo testo tra le poesie catartiche. Solo prima di pranzo, riflettendoci, mi è venuto da pensare alla catarsi non solo come all’idea di poetica secondo Aristotele ma a una purificazione emotiva che aiuta a liberarsi dei conflitti inconsci. Una vera e propria epurazione, così da poter ripristinare l’equilibrio psicologico.
Questo è ciò che è avvenuto nel testo poetico che vi ho presentato e di cui ho pensato di proporvi parafrasi. Ricorrerò a questo tipo di trasposizione del testo riformulandolo in una versione in prosa corrente che ne semplifichi le difficoltà semantiche, sintattiche e contenutistiche.
Una riscrittura del testo in termini più semplici allo scopo di renderlo più comprensibile senza però cambiarne né il contenuto né il significato. Sperando di farvi cosa gradita.
Nella prima strofa l’autore fa riferimento alla sua linguistica definendosi un prestigiatore capace di scrivere mentendo alle parole, in grado persino di prendersi gioco della percezione od opinione falsata dei sensi o della sua mente. Allude così a Il trovatore di Giuseppe Verdi che altri non è se non il fautore di una poesia che tende alla solitudine ideale, poeta i cui versi escono dal cilindro indossato dal compositore parmigiano come il coniglio dal cappello del mago sulle note gravi d’una tuba. L’autore prosegue con il gioco di parole anche nella seconda strofa dove raffronta il suo essere stato comparsa sul palcoscenico della vita, anche come padre che cerca di non far altro che proteggere il figlio ora al centro della scena, con una realtà che nel mentre lo vede impotente in una sala d’aspetto. Poco più in là quel figlio si sta sottoponendo ad un intervento alla tuba.
Ecco ripresentarsi nella mente dell’autore quei conflitti inconsci acuiti dagli odori dell’etere e del fenolo dell’ospedale che mitigherà solo una purificazione emotiva data dalla magia delle sensazioni positive.
Voto: | su 7 votanti |