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Signora dal seno di rovi

Improvvisamente
mi ricordai di te,
silenziosa aspettavi
lungo la strada.
Notai il tuo volto incantevole,
diafano, di una bellezza sfiorita,
in un portamento altero
che incantava lo sguardo.
Il seno bianco intersecato
da spine di rovi,
dai capezzoli turgidi di rame e ambra.
In silenzio mi guardasti,
so che avresti desiderato
che io ti recitassi le mie poesie
e che lei per l'ultima volta
cantasse le nenie del rimpianto.
Sussurrasti parole atone
dal significato greve di chi
per il lungo rincorrere aveva perduto
l'innocenza.
Con mani di misericordia cercasti
quel significato d'amore effimero
in fondo ai tuoi occhi.
Ti chiamai Signora stupendomi
da quel parasole assurdo che tenevi
tra le mani.
Parlasti con lei sorridendo, trame subdole
di parole per irretirla, le mostrasti il mondo
senza amore e i cespugli di biancospino
che si aprivano allo sguardo.


Ti chiamai Signora




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Opera scritta il 29/09/2021 - 08:27
Da Alpan .
Letta n.509 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Bellissima!

Laura Lapietra 30/09/2021 - 16:38

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Una descrizione che vuol "descrivere", lasciare una connotazione forte d'un personaggio che forse non si ama. Una scrittura dai toni forti che sapientemente attraverso lo scorrere dei versi aiuta il lettore a comprendere il messaggio insito al testo stesso. Grazie e alla prossima.

Jean C. G. 29/09/2021 - 13:57

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