Densa nebbia uggiosa
l’infinito nasconde.
S’ode a momenti un gracchiare di corvi.
Scheletrico ramo
sul vetro ovattato picchietta.
Arde il ceppo
inonda calore.
Ricordi come faville
che la fiamma ravviva.
Immagini come ombre
che l’anima proietta.
Sciamano.
Si accavallano.
Vanno a perdersi lontano.
Brucia lo sconforto più del fuoco.
Trema la mia mano più del ramo.
Piangono i miei occhi più del cielo.
l’infinito nasconde.
S’ode a momenti un gracchiare di corvi.
Scheletrico ramo
sul vetro ovattato picchietta.
Arde il ceppo
inonda calore.
Ricordi come faville
che la fiamma ravviva.
Immagini come ombre
che l’anima proietta.
Sciamano.
Si accavallano.
Vanno a perdersi lontano.
Brucia lo sconforto più del fuoco.
Trema la mia mano più del ramo.
Piangono i miei occhi più del cielo.
Opera scritta il 20/12/2021 - 22:17
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Commenti
Intensamente toccante... mille emozioni invadono leggendo.
Ciao Francesco
Ciao Francesco
Margherita Pisano 30/12/2021 - 10:58
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Emozionante.
Credo sia questo l’aggettivo giusto.
Un saluto
Credo sia questo l’aggettivo giusto.
Un saluto
Loris Marcato 21/12/2021 - 08:04
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