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Non piacersi più

“ Giulia complimenti! E’ bellissima!” Tania guardava l’ amica estasiata che aveva appena dato alla luce una stupenda bambina. Accarezzava dolcemente la manina vellutata della neonata ed intanto continuava a mitragliare parole una dopo l’ altra. Giulia l’ ascoltava assente, era spossata dal parto difficile e soprattutto si sentiva proiettata in una realtà completamente diversa da prima.


Era diventata mamma, una stranissima sensazione, si sentiva responsabile di quel piccolo esserino venuto al mondo e desideroso di tante cure. Tuttavia, invece di essere felice, si sentiva svuotata dal proprio io.


Aveva tanto desiderato un figlio, ma in quel momento, diventando mamma, si ritrovava in un nuovo ruolo, avvertendo un certo disagio e sentendosi non adeguata, e sufficientemente preparata ad occuparsene. Le lacrime, inevitabilmente, cominciarono a sgorgare sul cuscino, l’ amica la guardò chiedendole: ” Giulia, ma che ti succede? Non ti senti bene?”


Lei, goffamente si asciugò gli occhi con le mani e rispose abbozzando un sorriso: ” Sto bene Tania, sai come si chiama? Depressione post- partum… ho soltanto un po’ di malinconia, tutto qua, normale… fra qualche giorno mi passerà.” Invece quello che sembrava essere un malessere passeggero, si protrasse per giorni. Una volta uscita dalla clinica, la situazione peggiorò.


Il marito Alberto riprese a lavorare e lei restò da sola a casa con la bimba. Il suo umore era sempre più sofferente, non si riconosceva nella sua figura leggermente appesantita, in realtà aveva preso solo qualche chilo, ma nella sua mente si vedeva enorme, obesa. Alberto arrivava la sera e per quanto gli era possibile, cercava di starle vicino, anche se il loro rapporto, con l’ arrivo della bambina era lentamente cambiato. Infatti, appena a letto, lui si girava dall’ altra parte e con una semplice buonanotte si metteva a dormire, lasciando che Giulia si occupasse di Rosellina, la quale si svegliava strillando tutte le notti.


Lei era sempre più sola e la sua insoddisfazione sempre più grande. Un pensiero la tormentava, credeva che Alberto non la desiderasse più, perché si era appesantita e le era rimasta un po’ di pancia. Mettendosi di profilo davanti allo specchio, si osservava con aria critica e scoppiava in un pianto irrefrenabile. Una sera, aspettando l’ arrivo di Alberto, si era affacciata alla finestra e guardando nervosamente l’ orologio, si accorse che il marito stava facendo più tardi del solito.


Dopo qualche minuto, vide giungere sotto casa, l’ auto di Alberto ma non era solo, infatti, scese dalla macchina una donna, che si diresse velocemente verso un’ auto parcheggiata lì vicino. Riconobbe immediatamente la sua amica Tania e non riuscì a comprendere come mai fosse insieme al marito. In quell’ istante Alberto alzò gli occhi verso la finestra e lei si ritrasse immediatamente per non farsi vedere, ma ciò non impedì ad Alberto di intravedere la sua ombra che rientrava.


Appena in casa, Giulia gli chiese come mai avesse fatto tardi e lui buttò lì la prima scusa che gli venne in mente: ” All’ ultimo momento è arrivato un cliente e non potevamo mandarlo via…” E poi, mettendosi sulle difensive l’ aggredì: ” Cos’è un interrogatorio?” Giulia stava lì per lì per piangere ma si trattenne chiedendo: ” Perché Tania era con te?” Lui evitò d’ incontrare il suo sguardo e rispose seccato: ” L’ ho incontrata sotto casa e mi ha chiesto uno strappo con l’ auto perché la sua aveva dei problemi.”


Giulia fece finta di credergli, amava molto il marito e non voleva perderlo, così in quel momento, pensando che la colpa dell’ allontanamento di Alberto era dovuto al suo aspetto fisico, decise di dimagrire. Iniziò una dieta “ fai da te”, ma dopo alcuni mesi, nonostante avesse eliminato quasi tutto: carboidrati, grassi, dolci, non ottenne risultati; mangiucchiava verdure lessate, insalatine e frutta ma la sua pancia non diminuiva. Così, vedendo il marito sempre più scostante e convincendosi che la colpa fosse sua, prese una decisione drastica, si sarebbe sottoposta ad un intervento di liposuzione.


Contattò un’ amica che aveva già fatto questo tipo di intervento, la quale le consigliò una clinica privata molto rinomata in chirurgia estetica. Fece tutto da sola, il marito non si accorse di nulla. Prese appuntamento con il chirurgo che avrebbe dovuto operarla, il quale, appena vide la donna, notò una persona ansiosa che sicuramente aveva dei problemi ma non dipendevano dal suo fisico, infatti, quando le chiese il tipo d’ intervento a cui voleva sottoporsi, restò per un attimo basito e le disse senza mezzi termini: ” Ma lei si è vista bene? E’ praticamente sottopeso, quello che lei chiama pancia è soltanto un rilassamento dei tessuti dovuto alla gravidanza, non c’è bisogno di liposuzione ma con gli esercizi adatti può tonificare benissimo il suo ventre. Dia retta a me, non c’è nulla da togliere.”


Ma Giulia, caparbiamente ostinata nel suo intento, insistette dicendo che se non l’ avrebbe operata lui si sarebbe rivolta ad un altro medico. Inoltre, gli confidò del suo disagio a farsi vedere nuda dal marito e della sua insicurezza come donna; non si piaceva più.


Il dottore vista la testardaggine della donna e la sua determinazione, accettò, puntualizzando che avrebbe soltanto cercato di rimodellare la pancia. Arrivò il giorno stabilito, e con una certa apprensione, perché era la prima volta che si allontanava da Rosellina, Giulia affidò la bimba a Clara una vicina di casa non più giovanissima. Non poteva rischiare che qualcuno dei suoi familiari scoprisse quello che aveva intenzione di fare.


Si mise in viaggio con il cuore in tumulto, era quasi arrivata a destinazione e dopo avere percorso novanta chilometri in autostrada, ricevette una telefonata allarmante, era Antonia, la nipote di Clara.


Sapendo dei buoni rapporti d’ affetto di Giulia con la zia, pensò di chiamare lei, le disse che era andata a trovare la zia e che dopo aver suonato insistentemente il campanello, senza ricevere alcuna risposta, aveva udito il pianto disperato di una neonata. Giulia andò in panico, non capì più nulla, le rispose di avere affidato sua figlia alla zia e di affrettarsi a chiamare il portiere il quale aveva una copia delle chiavi e le avrebbe potuto aprire la porta.


Intanto lei, senza alcun esito richiamò continuamente Clara. A questo punto non ci pensò due volte girò l’ auto e si diresse verso casa. Guidava come una forsennata, non riusciva a capire cosa poteva essere successo. I pensieri diventavano bui, le supposizioni erano delle più catastrofiche, avvertiva una stretta al cuore nel pensare che la sua piccolina fosse in pericolo. In quel momento stava realizzando solo che Rosellina era il suo mondo, tutto era diventato improvvisamente insignificante e stupido. L’ unica cosa veramente importante era sua figlia.


Dopo un po’ le arrivò l’ ennesima telefonata era ancora una volta Antonia, la quale la informò che Clara aveva avuto un capogiro ed era caduta sbattendo la testa perdendo conoscenza, per fortuna, una volta soccorsa, si era ripresa, anche se era stata trasportata in ospedale per ulteriori accertamenti. Ma la notizia che rese felice Giulia era il fatto che Rosellina stesse bene. Giulia arrivò a casa, salì le scale velocemente e trovandosi la piccolina davanti, scoppiò in lacrime, la figlia la guardava incuriosita e balbettò la sua prima parola: ” Ma… ma… mamma.” Giulia, incredula l’ abbracciò esclamando: ” Si piccolina sono la tua mamma e non ti lascerò mai più.”


Quella sera, Giulia affrontò il marito, raccontandogli tutto e poi aggiunse che doveva decidere se voleva stare ancora con lei. Ma il suo atteggiamento doveva assolutamente cambiare, lei voleva accanto un uomo che la considerasse principalmente una persona, che la sostenesse e non la facesse più sentire terribilmente sola. La sua indifferenza, per poco, non l’ aveva uccisa nell’ anima. Continuò dicendogli, che quando si ama veramente qualcuno, si deve fare in modo che sorrida alla vita e non che si abbrutisca ogni giorno di più, perché non si sente amata né desiderata.


Alberto ammise le sue mancanze aggiungendo che si era sentito messo da parte dopo la nascita della bimba e poi, la depressione della moglie, l’ aveva allontanato ancora di più. Le strinse le mani nelle sue, Giulia aspettava con ansia la risposta del marito, lui la guardò negli occhi dicendole: ” So di aver sbagliato, ma voi siete tutta la mia vita, non riuscirei ad immaginare un’ esistenza senza di voi, ti prego Giulia ricominciamo e poi mi piace tutto di te, anche quella piccolissima pancia che tu credevi essere la causa della mia freddezza.” Finalmente Giulia, aveva capito che trasmettendo il suo malessere al suo aspetto fisico in realtà voleva fuggire dai disagi che avvertiva in quel momento.


Si guardò allo specchio con occhi diversi, e vide solo una giovane mamma smagrita e con due occhi cerchiati dalla sofferenza, la sua pancia? Inesistente… Ora doveva pensare solo a trovare un po’ di serenità per sé, per Alberto e Rosellina. Quella stessa sera per cena preparò il piatto preferito di Alberto e per la prima volta dopo mesi, riuscì ad assaporare con gusto ogni boccone.




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Opera scritta il 11/01/2022 - 02:39
Da Anna Rossi
Letta n.431 volte.
Voto:
su 5 votanti


Commenti


Un bellissimo racconto che tratta un tema molto importante e molto attuale. E' stato bello arrivare ad un finale positivo, sperando che sia così per tutte quelle mamme che si sono ritrovate nelle stesse problematiche.Bravissima Anna e grazie.

santa scardino 13/01/2022 - 22:29

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Un esserino tanto piccolo, capace di far vacillare colei che in grembo porta il mistero della vita.
...poi ci sono i padri.

Mirko D. Mastro 11/01/2022 - 15:34

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Sempre belli i tuoi racconti e sono ancor meglio quando sono a lieto fine.

Maria Luisa Bandiera 11/01/2022 - 15:13

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Racconto molto piaciuto,
Un evento a lieto fine complimenti.

Salvatore Rastelli 11/01/2022 - 13:05

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Grazie Sabatino, un caro saluto

Anna Rossi 11/01/2022 - 11:37

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Bel racconto, profondamente umano e commovente, soprattutto per le persone molto sensibili. 5*

Sabatino Santucci 11/01/2022 - 09:18

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