Ancora in Viaggio (sirventèse, Violata) -11a tappa
Se volessimo assaporare un espresso in tazzina ordineremmo un Nero, chiederemmo un Capo se intendessimo sorseggiare un caffè macchiato in tazza e così via.
Viaggiano con me in poltrone di varia foggia le ombre di Nicola e Paola, quelle di Marco, Alfonso, Luca e Maria Angela, la sagoma nitida di Adriano. Mirella e le due Anna.
Continuano a piacermi le ombre senza il fardello dei dettagli. E le qualità dei dettagli.
Ma preferisco di gran lunga la presenza.
Per te ho scelto il Sirventèse, un componimento indirizzato come omaggio celebrativo dal cortigiano al proprio signore; in seguito divenuto di argomento morale, religioso o politico. Non ha una struttura fissa e può suddividersi in duato (distici monorimi), incatenato o alternato o ancora, come nel seguente caso, caudato cioè con rima concatenata AAABBBBC dove i primi tre versi costituiscono la copula e l’ultimo, più breve, è detto coda.
Nel mentre scriverò…
Apprende d’essere restata viva davanti
a una vetrina, in piedi, per pochi istanti.
La scorsa notte le hanno portato via, dietro a uno dei tanti
locali chiusi, non solo degli spiccioli: una sedia rovesciata,
tra le altre, su uno dei tavoli le rammenta l’anima sporcata.
Vorrebbe nascondersi dentro la sua borsa affollata
dai tanti sensi di colpa, tra gli oggetti e lei smarrita.
Dentro lo sbadiglio di un mattino diverso.
Allora Marina, prenderai posto accanto a me?
L’ispettore del racconto giallo, col curapipe e il suo pigino nella tasca del paltò, appunta sul taccuino: Gidino di Sommacampagna scrisse un serventèse bicaudato in endecasillabi e quinari
Tanti anni or sono, un medico tedesco,
fiorito nel pensar settecentesco,
scoprì un effetto strano, romanzesco,
per cui la calamita
di mille mali parve il disinnesco,
e cura assai gradita.
(…)
Corre l’anno 2022, invito a salire in carrozza per Assanti Marina.
Dite con me, amici: <Ispettore, quel D. Mastro è innocente. Gli lasci proseguire il viaggio…>.
A cassetta mi sta seduto accanto un album di ricordi con le fotografie di chi è stato con me nel precedente viaggio da sfogliare con quello stupore nel guardare al lavoro el lustra scarp, una figura fuori dal tempo che offriva le sue prestazioni ai passanti per un modesto compenso… in Friuli stifelpuzer. E lo scrivo dietro alla foto di M. Maurutto.
Con la borsa delle spazzole sulle spalle, pelle ed ossa e camice nero, in un minuscolo angolo di Milano un ometto continua a offrire i suoi servizi tra uno sgabello e una vecchia radio portatile.
Un poco di dolcezza non guasta.
Ah, se tornassero i brumisti…
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Sono troppo commossa... questo sito è un'oasi di pacifica, amichevole condivisione dove sono felice di essere potuta tornare. Grazie a te, Miro, alla Redazione tutta, a tanti bravi autori...
Serena notte e complimenti ancora!
Sto pensando, a dire il vero, a qualche altro tipo di viaggio... per cambiare le carte in tavola
Marina, è con enorme piacere che ti apro la porta della carrozza... e ti ringrazio.
Hai una fantasia sconfinata e una potenza nello scrivere che cattura il lettore, quindi sì, più che commossa, ringrazio e salgo in carrozza... grazie!
Non ho parole, complimenti sinceri e grazie, di cuore grazie!