Spiccioli di stelle
Come una finestra che si illumina in una notte buia, si apre il sipario facendo una piega sul teatro di OS. Come la piega al centro di quei pantaloni da cerimonia.
Un intreccio di immagini stupende luccicano come amuleti. Ciascuna rende il pensiero di ogni verso che si dona con la sua eternità, come una stella che neppure il cielo osa cancellare.
Padroneggiano parole di purezza immortale quando le rime affondano come piccole frecce nel corpo. Accade qualcosa tra terra e cielo, qualcosa a cui inchinarsi. E’ magia... fuori dallo spazio e dal tempo. I commenti si snodano in un crescendo di emozioni, e il poeta si perde in altri versi mentre…
Dalla platea un individuo si abbassa sugli applausi di quelle parole, e si chiude con il cappello sul petto in un abbraccio. Forse un uomo complicato, un misto di orgogliosa libertà e disperato sconforto. O forse è ciò che vuole far credere.
Forse non è altro che l’elemento presente fra la tastiera e la sedia che la sera spegne da remoto le luci sul palcoscenico di OS. O semplicemente come un sipario sceglie di chiudersi in se stesso.
Ma vorrei raccontarvi di quando Mirko D. Mastro non aveva l’iniziale del padre Domenico nel nome. E ancora prima che fosse MastroPoeta, quando non era che un adolescente della periferia di Monza.
Non sono mai stato un ragazzino come gli altri. Frequentavo il liceo Bartolomeo Zucchi, nome risonante come sarebbe stato il futuro di Marco… eccellente e famoso musicista, ai tempi compagni di scuola. E Luciano, diviso tra Platone e lei… come dimenticare Federica e i suoi Verlaine e Rimbaud, e ahimè Baudelaire. Cosa ci accomunava? La malinconia.
Confesso la mia dipendenza dalla melanconia, come droga. Quando non la sento nelle vene, la cerco in un cassetto o in un angolo di strada. Ancora qualche sera fa.
A quei tempi frequentavo Linda, e forse qualche ricordo. Quella che in una vecchia mia poesia scriveva solo il suo di nome sulla sabbia. Sarebbe potuta anche essere una bella storia la nostra se solo non fosse stata tanto euforica all’idea di provare i fiori di Bach, 9 o 10 alla volta… che poi sono le volte che mi sono perso e ritrovato nella struggenza del (La leggenda del) pianista sull’oceano. Così la Toccata e fuga in Re minore divenne solo la mia fuga verso la più tonica e non sol maggiore realtà di Milano. Qui conobbi Silvia che stava con un meneghino con ogni sera l’obbligo di firma. Non ho mai capito perché stessero insieme…
In quel periodo Silvia mi diede l’idea. Ed ecco perché prima ho nominato Bach.
Mi adottarono i madonnari e i robivecchi che mi chiamavano Poeta Mastro. Stavo con un tavolino di quelli pieghevoli in un cantuccio sotto le terrazze del Duomo a declamare poesie per qualche spicciolo, con la Toccata e fuga nel mangiacassette. Solo una volta me ne comprarono una per 1000 lire, e un’altra volta mi commissionarono una filastrocca. Ma nessuno venne mai a ritirarla.
Silvia mi guardava e sorrideva. Era una ballerina. Una domenica mi confessò che avrebbe fatto le audizioni per un qualche talent, e da quel giorno non la vidi più.
Un’amica madonnara, raccogliendomi dalla tristezza come si fa con le note dai tasti di un pianoforte, ricordo ancora mi disse «non sono brava con la gente di Brera, inteso come liceo artistico... raccolgo solo spiccioli di stelle».
-ancora spiccioli…
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qui basta il titolo per essere accarezzati dalla poesia...
Buonanotte Poeta
Ti ho ringraziato e mi sono scusata
sulla mail così con Anna, per congratularmi, ma a lei era andato in spam.
Ogni tuo scritto dovrebbe essere premiato, a volte anche i tuoi commenti
a casa tua..e leggo..leggo!!
E grazie anche a te Loris, complimenti per la poesia a tema
Un saluto
il mio pensiero è che i poeti trovano il coraggio di scrivere proprio nella malinconia ,perché la felicità non da gli stessi umori.
Quasi dimenticavo, complimenti per il tuo doppio riconoscimento
Marina ha già colto tutte le sfumature e le racconta molto bene, io non altrettanto. Posso solo dire che questo sito è un fantastico caffè dove si incontra poesia nell'essenza più bella e come nel tuo caso, ci si immerge nei tuoi racconti e poesia danzando tra le tue parole,anche solo per poco, ma son già tanto in questo mondo reale un pochino orripilante!!. Grazie di avermi permesso di incontrarti!!
E' sempre bello leggerti sia nelle poesie che nei racconti dove piccoli frammenti di vita vengono rilasciati e sospinti nell'aria come piccoli semi sospinti dai venti d'estate.
...dicevo di Novecento. Non scenderà dalla "sua nave", lo fa stare bene solo la musica. Un pò come il poeta
si impara sempre... ciao, Poeta!
Sapevi/sapevate che la Virginian, la nave su cui Novecento ne La leggenda... suona il piano, è realmente esistita? Fu la nave che tentò invano il salvataggio del Titanic...
Complimenti e, scusa, ti chiedo di potermi salvare questo tuo quadro intenso di immagini delicate e carezzevoli, sofferte, e nostalgiche...
posso?
E scusa la lungaggine....
Nessuno è come gli altri, però comprendo cosa intendi.
Io sono stata una bambina sola, chiusa, timida, complessata e un'adolescente che soffriva ad ogni respiro, poi una donna sola.
Infine, finalmente, mamma. Mamma anche della mia stessa esistenza, un'esistenza in cui programmiamo, ma poi...
E tu, poeta e padre, così vivi, con il tuo cappotto di sofferenza, di bellezza, di amore per la vita e rispetto.
C'è tanto rispetto nel tuo scrivere.
Gentilezza Cortese, scrissi anni fa, e Rispetto.
Questo sito non poteva trovare Poeta migliore di te a vegliarlo... chi sa donare spiccioli di stelle, le amiche stelle, in realtà dona pezzettini di universo a tutti... poi starà ai lettori raccoglierli e, almeno uno, uno per ogni scritto, farlo suo per sempre, nello scrigno del cuore.
Mi inchino al tuo poetare, ringrazio e scappo... ricordando ancora la lumachina che mi avevi donato e che porto sempre con me.
Ma, intendiamoci, io non mi definisco poeta, ma per chi lo è, scrivere così
è inevitabile. C'è la tua Anima nei tuoi scritti, nelle poesie, nelle immagini che raccogli dal Cielo, da un fiore, dalla lacrima di una donna che si accarezza il ventre... quella donna è già Amore di Madre e la nostra fragile
paura di affrontare la vita, questo meraviglioso, straziante mistero che ci è stato donato di attraversare...
Mi rendo conto, e me ne scuso, che parlo molto di me, ma è per farti capire che la mia anima legge la tua con una certa facilità, diciamo così.
E nello stesso tempo con stupore. Ammirato stupore.
Quello di un bimbo che osserva il cielo,
quello sguardo sempre adorante del bambino che vive in ogni poeta e dovrebbe vivere in ciascuno di noi...
...e complimenti per Lucciole
E tutta la malinconia del poeta vero.
Ma quella malinconia è dentro di te, è presente sempre, non serve tu vada a cercarla, non ne sei dipendente, è nella tua essenza... come nella mia.
Gli artisti, come mia madre, che a pochi anni suonava Bach, vivono in una struggenza e in un tormento continui.
Mio nonno paterno, pediatra e poeta, era così anche lui, chiuso in un suo mondo
dove raccoglieva la forza per donare il Bello agli altri. E questo dona al poeta
un lacerante piacere... forse.
Parli di poesia, tu sei poesia, ma la Musica, la Pittura... quanta poesia può esserci in una qualsiasi opera d'arte...
purché volga a risvegliare l'anima di
chi, nei secoli, ne gode, la respira, la fa sua.