Percorrevo il letto d'un fiume ghiacciato posando i nudi piedi sulle mie paure, a ogni passo s'alzavano i ricordi dimenticati e sulle sponde dell'incanto danzavano tutti coloro che avevo conosciuto in vita.
Ero un’anima solitaria e tutta la mia vita era imprigionata in quelle stantie acque che nulla lasciavano trasparire.
Le parole dell’anima come flauti riecheggiavano nel silenzio del tempo mentre un freddo caldo avvolgeva il corpo del quale non sentivo alcun pulsare.
L'anima mia non aveva più nulla da raccontare e salutava coloro che osservavano dalle rive procedendo insieme al corpo ma precedendolo appena d’una spanna.
Ero felice della mia solitudine non percependo né male e né volontà terrena.
Nessuna fallace verità poteva oramai fermare il procedere.
Un piccolo spazio mi separava dal tempo e nelle mani avevo i miei fiori di cristallo da donare alla musa dell'amore imprigionata nel cuore arido degli uomini.
I venti del nord intanto avevano preso a spirare e il loro canto ammaliava le alte fronde degli alberi e la foresta pareva volersi rinchiudere nel suo groviglio di muschi e licheni per la paura del nulla.
Le felci, nel loro incerto piegarsi, piangevano lacrime di ghiaccio e i venti a quel punto avevano deciso di fermarsi…
Il giardino che mi aveva dato la vita era secco e la porta del bosco perduto non poteva chiudersi ancora.
Proseguivo così sul viale delle melodie eterne che portavano alle splendenti montagne della luna calante e i miei pensieri mi tenevano legato alla non vita ma ero inesorabilmente morto dentro.
I fiori cominciavano a sciogliersi e la primavera del sesto percorso della morte s'avvicinava cheta allo spirito ancestrale della Natura Madre.
Avevo timore e gioia al tempo stesso di divenire acqua nell'acqua e di sciogliermi come un ghiacciaio privo della sua linfa fredda ma la mia vita doveva correre anche sui cristalli e nulla potevo io per arrestarla.
Pian piano dalla cime innevate scese la fanciulla del tepore infinito e in me ogni cristallo cominciò a svanire lentamente.
Tutto era compiuto e della mia esistenza rimaneva solo un solitario timore, quello d’esser acqua nell’acqua.
Così avvenne è… La sensazione fu stupenda.
Ancor oggi quando sgorgo da una fonte pura sogno d'esser gelido cristallo, così come un tempo fui.
Non piangete voi amici sulle sponde del fiume, i giardini torneranno, i fiori saranno profumati e dai colori cangianti, le tempeste canteranno e il Sole splenderà alto.
I fiumi saranno impetuosi e le foreste danzeranno con i venti, tutto sarà meraviglia e Amore.
E io sarò per sempre nel mio meraviglioso giardino delle orchidee nere.
E i fiori di cristallo veglieranno le sue porte “Tra poesia e racconto, tra vita e morte...”
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Innanzi alla primavera che scioglierà la malinconia e il ghiaccio, inghiottendo l'ultima vita.
Che tu sia o sia stato fiore di cristallo o di rugiada, le mie lacrime, il mio cuore, di ghiaccio non sono...
Non c'è un tuo scritto, uno, che non regali dolore e amore, estasi e tormento... i tuoi.
Non vedo l'ora di ascoltarti...
https://www.youtube.com/watch?v=AqpmrDwJRho