Chiusi in un piccolo guscio di niente
stendono gli alberi i rami: le spoglie
braccia sottili protese a un assente
dio; e sparse le pallide foglie
sul nero asfalto segnano le soglie
di arcani mondi, di realtà irredente.
stendono gli alberi i rami: le spoglie
braccia sottili protese a un assente
dio; e sparse le pallide foglie
sul nero asfalto segnano le soglie
di arcani mondi, di realtà irredente.
Così cadiamo senza alcun appiglio
verso un baratro infinito di vuoto,
ma restiamo in bilico sul ciglio:
la memoria è ormai persa nell’ignoto
pozzo nero; scrutiamo nel remoto
silenzio, ma non giunge che un bisbiglio.
Opera scritta il 05/12/2023 - 11:49
Letta n.374 volte.
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Commenti
Ho letto con piacere. Il contenuto è di viva realtà Ottima l'epressione poetica. Un vero piacere aver letto questa poesia.
Francesco Rossi 05/12/2023 - 19:33
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