Susi era l’amore delle medie. Sarà stato per il nome, con la ”i” semplice, per lo sguardo imbronciato e misterioso, i capelli neri, gli occhi castani ed il suo essere minuta.
Come un fachiro mi stiravo girandomi indietro, perché ero al secondo banco della prima fila e lei al penultimo della terza. Guardavo, e non guardavo più.
Come un fachiro mi stiravo girandomi indietro, perché ero al secondo banco della prima fila e lei al penultimo della terza. Guardavo, e non guardavo più.
L’ultimo anno mi regalò un pezzo di stoffa plastificata per foderare un portacarte che costruimmo nelle ore di applicazioni tecniche.
Il portacarte, tenuto fino alla metà degli anni duemila, è andato perduto in un trasloco.
Era nero “con i fiori non ancora appassiti”.
Opera scritta il 12/12/2023 - 09:03
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Commenti
Un fachiro al cinema - testo
Mi sono perso un film
Perchè nel cinema
Tre file avanti, sì
Eri tu
Mi sono perso un film
Perchè nel cinema
Tre file avanti, sì
Eri tu
Passasse il sole
Lontanamente da qui
Sopra le nebbie dell’arte, io sì
Come un fachiro mi stiro e rigiro
E mi storco e contorco
Ti guardo e non guardo più
Mi sono perso un film
Proprio in un cinema
Han dato un altro film per me
Hello
Glauco Ballantini 13/12/2023 - 08:35
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Grazie dei commenti, si fa riferimento, oltre che alla storia, anche ad una canzone di Paolo Conte: Un fachiro al cinema...
Glauco Ballantini 13/12/2023 - 08:32
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Una storia da ricordare.
Maria Luisa Bandiera 12/12/2023 - 17:05
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Molto bella, delicata e avvincente.
Anna Cenni 12/12/2023 - 12:07
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