Sono
il merlo
e
il pettirosso
che eremiti
vestono ora Il silenzio
mentre lasciano
alla mite stagione
l'improvviso apparire
di foglie verdi
e fiori bianchi e rosa
promesse di frutti
ammirati
da spaurite
margherite a terra.
Nulla più desta
Il curioso frugare
tra le foglie secche
dove l'arancio
picchietta
il becco.
Al medesimo pari
serba di sè
il dipinto
che posa
chiazze
di porpora antica
tra gli scarni
e
freddi rami.
il merlo
e
il pettirosso
che eremiti
vestono ora Il silenzio
mentre lasciano
alla mite stagione
l'improvviso apparire
di foglie verdi
e fiori bianchi e rosa
promesse di frutti
ammirati
da spaurite
margherite a terra.
Nulla più desta
Il curioso frugare
tra le foglie secche
dove l'arancio
picchietta
il becco.
Al medesimo pari
serba di sè
il dipinto
che posa
chiazze
di porpora antica
tra gli scarni
e
freddi rami.
Si allontanano
e scompaiono
dove mistero
é
risposta
del loro riposo.
Ma dell'attesa
rifugiano
in cuor loro
medesima paziente intesa.
E sono bianchi
I voli all'orizzonte
tra
chiazze di neve
e bassi fumi
che vestono
con l'amore
sfuggenti
scampoli di terra.
Ed é cosī che lasciano salire
verso il cielo
un canto muto
per ricordare
che giá
del posto loro
piange stagione.
Opera scritta il 25/04/2024 - 20:31
Letta n.236 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Dolce, tenera e poeticamente emozionante. Un abbraccio
santa scardino 26/04/2024 - 20:57
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Grazie per questa tua poetica
Adriano Martini 26/04/2024 - 07:23
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Un poetare che strugge il cuore: incalza l'addio!
Maria Luisa Bandiera 26/04/2024 - 07:01
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