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La scala

Il silenzio delle
scale lascia che sia
un filo di voce a passare
tra le due di notte.
A volte, succede che
ti ferma.
La lampada si accende e nel deserto dei gradini
figure veloci tornano
alla mente.
Così leggere da posare piedi scalzi
per non ferire
le vene a pelle del marmo.
Sale stanco il vecchio fabbro e un poco é
prezioso amico
lo scorrimano.
Ogni due scalini
vola il passo di Sara che del bel voto
a scuola anticipa
nella corsa
gli occhi lucidi della mamma
che dietro alla soglia
ha finto il seguitare
dei mestieri.
Solo orecchio attento scopre il passo barcollante
di Antonio che
a mattina presto
sconfitta vuol nascondere a chi anziano dietro la porta
ancora lo aspetta.
Poi sono i passi degli
invisibili che continuano
a far eco nei ricordi.
Per loro la sosta sull'androne vale
ancora aspettare
per salutare
uno ad uno
chi non passa più.
É dalla soglia dell'ultimo piano
che il miagolare di un giovane gatto
riporta vicina l'attenzione.
Ricordi allora
di chiudere a chiave
il portone e alzando lo sguardo rimane facile perdersi
tra il vortice di una scala che
disegna e un poco insegna
la forma di una spirale.



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Opera scritta il 02/09/2024 - 20:51
Da Piccolo Fiore
Letta n.470 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Bella e originale...lo dico al femminile perché per come la vedo io è una poesia ...prosastica ma poesia. Ciao...e brava

Mino Colosio 05/09/2024 - 09:50

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