ci sono anime che traboccano dagli occhi,
ci sono occhi che si trasformano in anime.
Tina fuma nervosa,
le sue fotografie alle pareti,
poesie appese, anime strappate
e la gente che osserva, annuisce e commenta.
Tina non ascolta,
ha un fazzoletto rosso in tasca.
C’è la guerra in Spagna
e l’esercito dell’Ebro, scalzo, che aspetta.
Tina sorride di luce triste,
conta le linee rimaste nel suo palmo,
ma non piange, non si volta indietro.
La sua ombra pare un gigante,
con occhi da frontiera
e con un regalo di fuoco nelle mani.
"Tina, c’è un treno che parte ogni sera,
un treno di tabacco e tequila.
Sette volte ti ho chiesto di fuggire,
sette volte mi hai baciato di nascosto,
di nascosto da lui e dalla vita,
ma si capiva,
si capiva che la tua voce era vento lontano.
Così me ne sono andato.
Il Tago, forse l’Ebro, non ricordo,
perché i morti non ricordano il dove,
ma solo il quando".
NOTA: Tina Modotti -Udine 17 agosto 1986-Città del Messico 5 gennaio 1942
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