Di nuove solitudini dimora
quest’altra afosa notte esausta giace
- prive di senso le sue forme e chiome
di fronte al deprecabile esercizio
di esistere disgiunta dall’amare
cede le redini ad una atarassia
plebea, che non convince e svuota.
quest’altra afosa notte esausta giace
- prive di senso le sue forme e chiome
di fronte al deprecabile esercizio
di esistere disgiunta dall’amare
cede le redini ad una atarassia
plebea, che non convince e svuota.
Traccio sequenze, al margine del mondo
di lontananze assurde dal reale
e nessuno che s’accorga o mi dia fede
e un’ansia corrosiva decompone
tutte le mie instabili alleanze
evaporando i cicli e le sembianze.
Non credo di sapere
mi pare di non essere.
E l’ignoranza consuma il tempo, atroce.
G_Vai©2024
Poesia scritta il 28/07/2024 - 16:13
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Commenti
Le mie colpe io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Mirko D. Mastro 28/07/2024 - 16:27
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