Muto è il desiderio dell’ultima culla
reboante il silenzio che guarda
lì dentro, nel raso morbido e crudele.
reboante il silenzio che guarda
lì dentro, nel raso morbido e crudele.
E le fronde dell’autunno si inchinano
al copertoio come mani supplici che,
mute, gridano pietà.
I cipressi cavano la terra dritti,
lenti, e senza turbare le urne
imbronciate dal tempo.
Mistico è il ricordo del turibolo, carico
di olibano, dei paramenti lindi,
dei congiunti come segugi in lacrime.
Stolta, invece, la prosa infantile di
convenevoli estinti; quel succube inciso
sulla pietra è affamato di carne buia.
Mai più tornerai, anima errante.

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