Ogni sentiero si è ormai mascherato da strada e ogni comunità mascherata da città. Falsi lineamenti investono l'intimo e lo condizionano a tal punto da fondersi alla realtà, soffocando l'origine delle cose.
Inizia così la storia dell'uomo moderno: con falsi volti di cartapesta che prendono il sopravvento e radicano la convinzione che avere un nome basti per essere degno di far parte del creato.
Reietti capaci di costruire un mondo in maschera per sopprimere la colpa di non aver volontà di amare ciò di cui siamo fatti.
Nasce con il bisogno di dare un nome alle cose la fine di ogni magia che regola la Natura.
Strati così densi da soffocare i sensi che si sovrappongono uno sull'altro, vagano come esseri non vivi per città anch'esse ormai abbandonate, dopo aver dato spazio ad una rete di altre innumerevoli illusioni.
Il cammino è un atto di archeologia interiore.
Serve fatica per ritrovare quel germe senza nome, dormiente ormai da secoli sotto innumerevoli strati di frastuono che soffocano il magico rumore del silenzio.
Un sentiero sterrato, il vento, il cielo, il mare e l'amore eterno che ci lega alla Natura come un filo invisibile sono le uniche armi che conosco per poter sopravvivere a questo inquinamento di maschere.
Non avrò nomi per nessuna cosa che incontrerò per poter finalmente respirare il pulsare della vita.
A chi si affanna per lasciare traccia di sé auguro di trovare la pace nel proprio anonimato
Che il cammino ti sia lieve, pellegrino della vita, e che tu possa salvarti perdendo ogni traccia del tuo nome.
Inizia così la storia dell'uomo moderno: con falsi volti di cartapesta che prendono il sopravvento e radicano la convinzione che avere un nome basti per essere degno di far parte del creato.
Reietti capaci di costruire un mondo in maschera per sopprimere la colpa di non aver volontà di amare ciò di cui siamo fatti.
Nasce con il bisogno di dare un nome alle cose la fine di ogni magia che regola la Natura.
Strati così densi da soffocare i sensi che si sovrappongono uno sull'altro, vagano come esseri non vivi per città anch'esse ormai abbandonate, dopo aver dato spazio ad una rete di altre innumerevoli illusioni.
Il cammino è un atto di archeologia interiore.
Serve fatica per ritrovare quel germe senza nome, dormiente ormai da secoli sotto innumerevoli strati di frastuono che soffocano il magico rumore del silenzio.
Un sentiero sterrato, il vento, il cielo, il mare e l'amore eterno che ci lega alla Natura come un filo invisibile sono le uniche armi che conosco per poter sopravvivere a questo inquinamento di maschere.
Non avrò nomi per nessuna cosa che incontrerò per poter finalmente respirare il pulsare della vita.
A chi si affanna per lasciare traccia di sé auguro di trovare la pace nel proprio anonimato
Che il cammino ti sia lieve, pellegrino della vita, e che tu possa salvarti perdendo ogni traccia del tuo nome.
Racconto scritto il 06/10/2024 - 15:37
Letta n.210 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Ottimo racconto ed interessante argomento.
Maria Luisa Bandiera 07/10/2024 - 15:04
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Sempre tanto interessanti i tuoi scritti, e condivido molto anche questo.
Troppe troppe maschere stanno intorno. Complimenti!
Troppe troppe maschere stanno intorno. Complimenti!
Anna Cenni 07/10/2024 - 12:51
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