Un pomeriggio di Novembre di tanti anni fa, fui invitata a casa di un ragazzo.
Dopo aver seguito le indicazioni che mi aveva dato per telefono, mi trovai davanti ad una folta vegetazione di alberi e nebbiolina.
Le foglie scricchiolavano sotto i miei piedi, finché una voce mi fece saltare dallo spavento.
Era lui che mi diceva benvenuta!
Davanti a me, una villa del medioevo, aveva la porta aperta.
Entrai sospettosa come Sherlock, agitata nel trovarvi qualche indizio.
L'interno era ricco di quadri del novecento che mi guardavano con i loro occhi che sembravano uscire dalla cornice.
Fui invitata in un grande salotto a bere una tisana, naturalmente rilassante.
Qualche fantasma o zombie si era autoinvitato a sedersi con noi?
Tenevo la borsa sulla pancia pronta a scappare, mentre la mia forchetta, una delle tre appoggiate sul tavolino, affondava un piccolo tortino al cioccolato.
Il grande lampadario illuminava il nostro viso e io sentivo quella sensazione che non eravamo soli nella stanza.
Ridendo mi disse che nel muro c'erano dei buchi dove poter spiarci.
Mi misi prima ad urlare, poi diventai curiosa, facendo delle domande.
Quindi, la prigione dove la trovo?
Mi disse che la prigione non c'era.
Proposi così di fare una stanza segreta: la stanza dei dolci senza quadri o candelabri, solo cioccolata!
Dopo aver seguito le indicazioni che mi aveva dato per telefono, mi trovai davanti ad una folta vegetazione di alberi e nebbiolina.
Le foglie scricchiolavano sotto i miei piedi, finché una voce mi fece saltare dallo spavento.
Era lui che mi diceva benvenuta!
Davanti a me, una villa del medioevo, aveva la porta aperta.
Entrai sospettosa come Sherlock, agitata nel trovarvi qualche indizio.
L'interno era ricco di quadri del novecento che mi guardavano con i loro occhi che sembravano uscire dalla cornice.
Fui invitata in un grande salotto a bere una tisana, naturalmente rilassante.
Qualche fantasma o zombie si era autoinvitato a sedersi con noi?
Tenevo la borsa sulla pancia pronta a scappare, mentre la mia forchetta, una delle tre appoggiate sul tavolino, affondava un piccolo tortino al cioccolato.
Il grande lampadario illuminava il nostro viso e io sentivo quella sensazione che non eravamo soli nella stanza.
Ridendo mi disse che nel muro c'erano dei buchi dove poter spiarci.
Mi misi prima ad urlare, poi diventai curiosa, facendo delle domande.
Quindi, la prigione dove la trovo?
Mi disse che la prigione non c'era.
Proposi così di fare una stanza segreta: la stanza dei dolci senza quadri o candelabri, solo cioccolata!
Racconto scritto il 31/10/2024 - 12:06
Da Mary L
Letta n.34 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Giusta giusta per questa notte! Una notte di cioccolata!
Anna Cenni 31/10/2024 - 18:40
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