Gli occhi stanchi di una donna stanca: fu questo quello che vide quando si guardò allo specchio. La pelle giovane, ancora liscia, formava dei lievi solchi sotto gli occhi. I capelli puliti ma un'acconciatura disordinata: una coda lenta, qualche ciuffo le copriva il viso. Era in piedi dalle cinque e la notte prima era andata a letto all'una: era lo solita routine. Ormai lavorava in quell'albergo da quasi vent'anni e conosceva bene i ritmi della colazione e della cena; il relax per lei era la pulizia delle camere: poteva parlare con le altre donne o, se era sola, si prendeva un momento e si affacciava in terrazza: guardava le montagne e si chiedeva cosa sarebbe stato se avesse scelto il mare. Ogni tanto pensava a casa sua, a dove era cresciuta e alla gente del suo paese; poi si ravvedeva, scacciava i pensieri come mosche , sospirava e puliva le finestre. La sera, quando non si occupava di servire, si metteva davanti allo specchio della sua camera, proprio come adesso, e fissava la sua immagine in silenzio: in realtà in silenzio stava solo la lingua poiché la mente non smetteva di viaggiare. Povera donna! I pensieri la perseguitano. Pensava poco a se stessa, ne era il riflesso il suo aspetto trasandato nonostante fosse ancora una bella donna; di giorno pensava alla sua terra, di notte ai suoi figli.
Racconto scritto il 04/12/2024 - 17:23
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