l vecchio secolo stava per finire, e con esso anche il vecchio millennio. La fine di un'era, un momento epocale che tutti stavano aspettando. Le città si erano illuminate di luci scintillanti, i fuochi d'artificio erano in programma per la mezzanotte, e ovunque si sentiva il brulichio di una società pronta a fare il suo grande salto nel futuro. Ma Damiano, che di solito non amava le tradizioni troppo formali, decise che quell'occasione sarebbe stata troppo ghiotta per non approfittarne. Avrebbe fatto qualcosa che nessuno aveva mai osato fare: sarebbe entrato nella storia in un modo davvero unico.
Damiano, un tipo un po' eccentricamente geniale, decise che la sua grande impresa avrebbe coinvolto il calcio, lo sport che più di ogni altro aveva segnato la sua giovinezza e la sua passione. Ma non una partita qualsiasi. No, lui aveva in mente una partita che avrebbe attraversato il confine temporale, una partita che sarebbe iniziata nell'anno 1999 e che si sarebbe conclusa nel 2000, all'inizio di un nuovo millennio. Un'idea tanto semplice quanto folle: due squadre, il fischio d'inizio alle 23:00 del 31 dicembre 1999, e il primo tempo, rigorosamente, sarebbe stato giocato fino alla mezzanotte, per poi fermarsi e celebrarne l'arrivo, per poi riprendere il gioco nel nuovo anno. Due mondi separati da pochi minuti, ma così profondamente diversi.
"Tei" e "Allezziti", così le chiamò Damiano. Le squadre, naturalmente, erano composte da amici di vecchia data, giocatori di tutti i livelli, dalle vecchie glorie del calcio amatoriale ai più giovani che avevano appena cominciato a scoprire la bellezza del gioco. La regola era semplice: si giocava fino alla mezzanotte, poi tutti avrebbero festeggiato insieme il nuovo anno, per riprendere a giocare con il secondo tempo nel bel mezzo della notte.
La partita cominciò con grande entusiasmo. Il campo era improvvisato, niente stadi o impianti lussuosi, solo un grande prato verde, un po' fangoso per il freddo che iniziava a farsi sentire. Il cronometro segnava le 23:00 e il fischio d'inizio risuonò nell'aria gelida. I giocatori erano pronti, ma la consapevolezza che stessero vivendo qualcosa di unico aleggiava nell'aria. Tutti si lanciarono subito nella mischia, con il freddo che faceva bruciare la pelle e il respiro che si condensava nell’aria.
Le squadre corsero avanti e indietro, il pallone rimbalzava velocemente sul campo bagnato dalla rugiada, e il pubblico che si era radunato ai bordi del campo, alcuni vestiti con cappotti e berretti, altri con bottiglie di spumante già in mano, si divertiva come se fosse una normale partita, ma sapevano che quella non era una partita come tutte le altre. La partita non era solo un gioco, era un rituale collettivo, un momento che sarebbe passato alla storia.
Il tempo volò, e quando arrivò la mezzanotte, il gioco si fermò. Il cronometro segnava 00:00 del 1 gennaio 2000. "Tei" e "Allezziti" si fermarono, tutti i giocatori si abbracciarono, e un fragoroso urlo di gioia esplose dal pubblico. "Buon anno!" urlarono tutti, alzando i bicchieri in aria e guardando i fuochi d'artificio che esplodevano nel cielo sopra di loro, illuminando la notte con colori vivi e scintillanti.
Era il nuovo millennio, ma per Damiano, quel momento rappresentava qualcosa di più: una connessione tra il passato e il futuro, una sfida a se stessi, un modo per vivere la storia come se fosse qualcosa di vivo, di pulsante, che non si limitava a guardare il futuro, ma che lo abbracciava nel suo stesso divenire.
Passati i primi minuti di festa e il clamore dei fuochi d'artificio, i giocatori tornarono al campo, ora completamente immerso nel freddo polare. Il cielo, privo di nuvole, splendeva di un blu profondo, mentre la temperatura scendeva drasticamente. Il terreno di gioco era ora congelato, ma nessuno sembrava voler rinunciare a quella sfida. Il secondo tempo sarebbe iniziato con la stessa energia del primo, ma con un gusto diverso, quello di aver vissuto qualcosa di straordinario.
"Tei" e "Allezziti" ripresero il loro posto, ma adesso l'atmosfera era cambiata. Il freddo pungente rendeva il gioco ancora più difficile, ma anche più divertente. Le risate e le urla dei giocatori riempivano l'aria gelata. Quella partita sembrava non finire mai, perché la vera partita non era quella che stavano giocando con il pallone, ma quella che stavano giocando con il tempo. Damiano aveva avuto la sua idea, e ora, quella partita stava davvero entrando nella storia.
Quando l'arbitro fischiò la fine della partita, non era tanto il risultato finale a contare. Era il fatto che quella partita non avrebbe mai avuto un vero finale, che quel momento di passaggio tra i secoli, quel piccolo atto di sfida al tempo, era ormai inciso nelle menti di tutti. Non si trattava più di vincere o perdere, ma di aver partecipato a un evento che avrebbe segnato un prima e un dopo.
E così, Damiano si concesse un sorriso soddisfatto mentre guardava gli altri festeggiare. Aveva fatto qualcosa di unico, qualcosa che nessun altro avrebbe mai ripetuto. "Tei" e "Allezziti" sarebbero passati alla storia, e con loro, un anno che non si sarebbe mai dimenticato.
Damiano, un tipo un po' eccentricamente geniale, decise che la sua grande impresa avrebbe coinvolto il calcio, lo sport che più di ogni altro aveva segnato la sua giovinezza e la sua passione. Ma non una partita qualsiasi. No, lui aveva in mente una partita che avrebbe attraversato il confine temporale, una partita che sarebbe iniziata nell'anno 1999 e che si sarebbe conclusa nel 2000, all'inizio di un nuovo millennio. Un'idea tanto semplice quanto folle: due squadre, il fischio d'inizio alle 23:00 del 31 dicembre 1999, e il primo tempo, rigorosamente, sarebbe stato giocato fino alla mezzanotte, per poi fermarsi e celebrarne l'arrivo, per poi riprendere il gioco nel nuovo anno. Due mondi separati da pochi minuti, ma così profondamente diversi.
"Tei" e "Allezziti", così le chiamò Damiano. Le squadre, naturalmente, erano composte da amici di vecchia data, giocatori di tutti i livelli, dalle vecchie glorie del calcio amatoriale ai più giovani che avevano appena cominciato a scoprire la bellezza del gioco. La regola era semplice: si giocava fino alla mezzanotte, poi tutti avrebbero festeggiato insieme il nuovo anno, per riprendere a giocare con il secondo tempo nel bel mezzo della notte.
La partita cominciò con grande entusiasmo. Il campo era improvvisato, niente stadi o impianti lussuosi, solo un grande prato verde, un po' fangoso per il freddo che iniziava a farsi sentire. Il cronometro segnava le 23:00 e il fischio d'inizio risuonò nell'aria gelida. I giocatori erano pronti, ma la consapevolezza che stessero vivendo qualcosa di unico aleggiava nell'aria. Tutti si lanciarono subito nella mischia, con il freddo che faceva bruciare la pelle e il respiro che si condensava nell’aria.
Le squadre corsero avanti e indietro, il pallone rimbalzava velocemente sul campo bagnato dalla rugiada, e il pubblico che si era radunato ai bordi del campo, alcuni vestiti con cappotti e berretti, altri con bottiglie di spumante già in mano, si divertiva come se fosse una normale partita, ma sapevano che quella non era una partita come tutte le altre. La partita non era solo un gioco, era un rituale collettivo, un momento che sarebbe passato alla storia.
Il tempo volò, e quando arrivò la mezzanotte, il gioco si fermò. Il cronometro segnava 00:00 del 1 gennaio 2000. "Tei" e "Allezziti" si fermarono, tutti i giocatori si abbracciarono, e un fragoroso urlo di gioia esplose dal pubblico. "Buon anno!" urlarono tutti, alzando i bicchieri in aria e guardando i fuochi d'artificio che esplodevano nel cielo sopra di loro, illuminando la notte con colori vivi e scintillanti.
Era il nuovo millennio, ma per Damiano, quel momento rappresentava qualcosa di più: una connessione tra il passato e il futuro, una sfida a se stessi, un modo per vivere la storia come se fosse qualcosa di vivo, di pulsante, che non si limitava a guardare il futuro, ma che lo abbracciava nel suo stesso divenire.
Passati i primi minuti di festa e il clamore dei fuochi d'artificio, i giocatori tornarono al campo, ora completamente immerso nel freddo polare. Il cielo, privo di nuvole, splendeva di un blu profondo, mentre la temperatura scendeva drasticamente. Il terreno di gioco era ora congelato, ma nessuno sembrava voler rinunciare a quella sfida. Il secondo tempo sarebbe iniziato con la stessa energia del primo, ma con un gusto diverso, quello di aver vissuto qualcosa di straordinario.
"Tei" e "Allezziti" ripresero il loro posto, ma adesso l'atmosfera era cambiata. Il freddo pungente rendeva il gioco ancora più difficile, ma anche più divertente. Le risate e le urla dei giocatori riempivano l'aria gelata. Quella partita sembrava non finire mai, perché la vera partita non era quella che stavano giocando con il pallone, ma quella che stavano giocando con il tempo. Damiano aveva avuto la sua idea, e ora, quella partita stava davvero entrando nella storia.
Quando l'arbitro fischiò la fine della partita, non era tanto il risultato finale a contare. Era il fatto che quella partita non avrebbe mai avuto un vero finale, che quel momento di passaggio tra i secoli, quel piccolo atto di sfida al tempo, era ormai inciso nelle menti di tutti. Non si trattava più di vincere o perdere, ma di aver partecipato a un evento che avrebbe segnato un prima e un dopo.
E così, Damiano si concesse un sorriso soddisfatto mentre guardava gli altri festeggiare. Aveva fatto qualcosa di unico, qualcosa che nessun altro avrebbe mai ripetuto. "Tei" e "Allezziti" sarebbero passati alla storia, e con loro, un anno che non si sarebbe mai dimenticato.

Letta n.13 volte.
Voto: | su 0 votanti |
Commenti
Nessun commento è presente
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.