perché la vita si consuma
nella costrizione
tu mi hai lasciato andare
perché l’obbedienza è un vizio
dell’anima
eppure il nostro viaggio non si è fermato
tanto eravamo presi dall’accavallarsi
di esperienze, amori, tutti differenti
lunghi lo spazio di una notte
al più una stagione
continenti
cieli
lingue
cambiavano
ma i nostri sogni rimanevano
gli stessi
il nostro unirsi manteneva
lo splendore dell’alba
alla fine di tutto ci siamo ritrovati
di nuovo
al centro dei nostri addii in questo
stanco uruboro
i nostri sguardi consumati dall’esperienza
si incrociarono per eplorare la nostra stanchezza
E…
subito pensammo entrambi a quell’ultimo saluto
alla fine di tutto
ci siamo chiesti se ne fosse valsa la pena
il mondo nell’atrocità del vivere ci aveva cambiati
ma nel ricordo
il nostro abbraccio si eternava nelle costellazioni
nutrito dalla luce delle stelle.

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