Ah...
Ah, quanti ricordi.
Ma  vi ricordate i telefoni neri
si, quelli appesi al muro dei corridoi
alcun volte sembravano  arredi veri,
fuor dalla portata dei bimbi tuoi.
Son poi  diventati grigi ed anche colorati
con tante  forme allegre e  disparate
dai fax  e cellulari poi  rimpiazzati
perdendo il mistero di quelle  lunghe telefonate.
Ci si accoccolava per terra 
si sussurrava nella cornetta
un genitore  sempre  minacciava guerra
e noi, frasi d’amor alla nostra eletta.
La linea  si  chiudeva quasi quasi 
e rimaneva  un po’ di  umor sulla cornetta
le mani in tasca a ripassar d’amor le frasi  
e il pensiero lì, a quelle  tasche vuote senza una liretta.
Tempi belli quelli, in tv ci riempivamo 
con “poveri ma belli”, film veri e sani
oggi solo noi con gli “anta “ “anta” rivendichiamo
ricordi di passioni ricche in squattrinati   umani.
Ma anche con un i-phone, un android o un fablet
son sempre io quello che sussurra parol  d’amore,
il vento in faccia su un vecchio cabriolet
oggi come allora della vita un abbordatore.
Luciano Capaldo 13 maggio '15
Poesia scritta il 13/05/2015 - 12:02Voto:  |  su 14 votanti  | 
	
  
  
MARIA ANGELA CAROSIA  
 14/05/2015 - 23:25 
  
  
  
Arcangelo Galante  
 14/05/2015 - 10:35 
Auro Lezzi  
 14/05/2015 - 10:19 
Nino Curatola  
 14/05/2015 - 09:40 
Giancarlo Gravili  
 14/05/2015 - 08:24 
Fabio Garbellini  
 14/05/2015 - 07:11 HO PER VIZIO... LA PACE...
LIETA GIORNATA LUCIANO
  
  
  
  
  
  
  
  
  
Rocco Michele LETTINI  
 14/05/2015 - 00:47 
                        



