La pioggia m'inebria,
m'inebria sottile nei sensi
mi lava la pelle viziata
mi toglie dalla noia inerte.
Mi cola sul viso sul mento
sui polsi, piano all'inizio
poi forte, più forte che sfascia.
Sfascia l'anima come
una cosa che si tocca.
Anche se è pura la rompe
la lascia più sola dopo,
quando passa.
Vorrei gettarmi nel fango,
lordarmi il viso la fronte
e tutto ilpovero corpo,
straziarlo per poi poter
rinnovare il piacere
dell'acqua che monda
pulisce e rinfresca,
rinnovando così, ancora,
come sempre
il piacere del vizio.
m'inebria sottile nei sensi
mi lava la pelle viziata
mi toglie dalla noia inerte.
Mi cola sul viso sul mento
sui polsi, piano all'inizio
poi forte, più forte che sfascia.
Sfascia l'anima come
una cosa che si tocca.
Anche se è pura la rompe
la lascia più sola dopo,
quando passa.
Vorrei gettarmi nel fango,
lordarmi il viso la fronte
e tutto ilpovero corpo,
straziarlo per poi poter
rinnovare il piacere
dell'acqua che monda
pulisce e rinfresca,
rinnovando così, ancora,
come sempre
il piacere del vizio.
Poesia scritta il 10/02/2012 - 16:12
Da Lucia Ghitti
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