esclusiva prerogativa di pochi,
forse per costrittiva imposizione della volontà
molti si rifiutano
di perseguire il futuro indegno.
Meglio suicidarsi
per sfuggire alla realtà indecente
che umilia
l'umano concetto di civiltà
continuamente violata,
repressa è l'uguaglianza
di masse conglobate
nel tutto insignificante,
equiparate al nulla.
L'individuo soppresso ripiega
nel privato di una spoglia esistenza,
emarginazione lo esclude
da qualsiasi mansione considerevole
rapportata alla normalità concepibile
nel senso comune di legiferata giustizia,
diventa parte subalterna
a cui viene assegnato
la mera funzione di respirare,
segno blando
di meschina sopravvivenza,
segnale certo che il potenziale intellettivo
non conta niente,
effimero attributo
di un essere inconsistente.
Nel meccanico mondo robotizzato
la vita d'acciaio
si fa dura,
il cuore umano impenetrabile
etichettato alla stregua
di infiniti battiti in successione ritmica
cede alla follia incomprensibile,
rompendosi i cocci
della percezione sensibile
si disperdono nella vacuità del tempo
scandito goccia a goccia.
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