Ho osservato per tanti anni l’esser umano
a trecentosessanta gradi o poco giù.
Quanto ho fatto spero che non sia vano,
pensando di riferire nell’aldilà a Gesù.
Per sessant’anni ho vissuto in guerra,
ti ho cercato ovunque e ti ho chiamato,
ma tu non hai risposto e non ti ho visto.
L’uomo, che creò tuo padre, sulla terra
vive con violenza, che dilaga in ogni lato,
ma tu resti lì, silente, povero Cristo.
“Colui che move il sole e l’altre stelle”
non ha tempo per annientar le mosche
ovvero è in altre faccende affaccendato
o, forse, non abbiam pagato le parcelle
o è stanco di assistere ad azioni losche,
commesse nei secoli dalla Chiesa-Stato.
Moristi sulla croce e desti un messaggio,
ma l’esser umano non gradisce il dono,
dimentica il gesto ed il tuo sacrificio
pregno d’amore e di grande coraggio.
Dammi un segno: un raggio, un tuono,
perché io con gioia canti un epinicio.
Il tuo silenzio non mi spinge al bene;
chi ti ama tace e soffre tante pene,
porge una guancia e poi l’altra ancora,
rispettando il detto che coniasti allora.
Sai, o mio Signore, di cosa ho paura,
e te lo dico veramente a cuore aperto,
che Chiesa ed aldilà sia un’impalcatura
fantasma, eretta su un arido deserto.
a trecentosessanta gradi o poco giù.
Quanto ho fatto spero che non sia vano,
pensando di riferire nell’aldilà a Gesù.
Per sessant’anni ho vissuto in guerra,
ti ho cercato ovunque e ti ho chiamato,
ma tu non hai risposto e non ti ho visto.
L’uomo, che creò tuo padre, sulla terra
vive con violenza, che dilaga in ogni lato,
ma tu resti lì, silente, povero Cristo.
“Colui che move il sole e l’altre stelle”
non ha tempo per annientar le mosche
ovvero è in altre faccende affaccendato
o, forse, non abbiam pagato le parcelle
o è stanco di assistere ad azioni losche,
commesse nei secoli dalla Chiesa-Stato.
Moristi sulla croce e desti un messaggio,
ma l’esser umano non gradisce il dono,
dimentica il gesto ed il tuo sacrificio
pregno d’amore e di grande coraggio.
Dammi un segno: un raggio, un tuono,
perché io con gioia canti un epinicio.
Il tuo silenzio non mi spinge al bene;
chi ti ama tace e soffre tante pene,
porge una guancia e poi l’altra ancora,
rispettando il detto che coniasti allora.
Sai, o mio Signore, di cosa ho paura,
e te lo dico veramente a cuore aperto,
che Chiesa ed aldilà sia un’impalcatura
fantasma, eretta su un arido deserto.
Dal mio libro " Speranze e delusioni "
Poesia scritta il 13/07/2016 - 19:34
Letta n.1457 volte.
Voto: | su 6 votanti |
Commenti
Avere condiviso il mio scritto, significa che il vostro pensiero è gemello al mio. Vi ringrazio tutti miei cari e validi poeti. Alla gentile poetessa, Maria Cimino, un inchino, mentre le porgo un bocciolo di rosa.
Gino Ragusa Di Romano 16/07/2016 - 10:59
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OSSERVAZIONE ENCOMIABILE GINO.
SEMPRE POESIE ESAUSTIVE DA FARNE TESORO.
LIETA GIORNATA.
*****
SEMPRE POESIE ESAUSTIVE DA FARNE TESORO.
LIETA GIORNATA.
*****
Rocco Michele LETTINI 14/07/2016 - 07:03
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Molto bella ,bravo Gino
Stefano Salvatore 14/07/2016 - 00:07
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Ciao Gino trovo la tua di una grande riflessione.
grazie per averla condivisa con noi.
un'abbraccio e serena notte.
Maria Cimino 14/07/2016 - 00:00
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Una bella poesia riflessiva che condivido. Mi è piaciuto anche la citazione dantesca " colui che muove il sole e l'altre stelle". Voto 5. Buona serata
Alberto Berrone 13/07/2016 - 22:33
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Bella riflessione, complimenti!
Paolo Ciraolo 13/07/2016 - 21:27
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