Quanta utilità c’è in quello che facciamo?
Utile alle persone:
vicine e lontane.
Utile all’immensità del mondo,
della natura.
Ariamo un campo che non dà 
più frutti:
lo abbiamo reso incoltivabile, 
arido.
Il nostro tempo trascorso ad eseguire
faccende che ci 
incupiscono; che seccano 
il nostro cuore,
la nostra anima.
A volte avidi dell’eccesso; 
a volte tristi per l’eccesso. 
Divoriamo secondi, minuti,
ore e giorni 
nella consuetudine 
di gesti superflui, 
parole non ascoltate, 
pensieri nocivi, 
azioni inconsapevoli. 
Siamo vicini all’estinzione 
della compassione, 
dell’amore,
della poesia, 
della cultura.
Siamo responsabili del grigiore
che accompagnerà 
le generazioni future.
Siamo gelosi del nostro 
piccolo orto e
invidiosi dell’orto altrui.
Se solo concedessimo una visita
a queste fragili proprietà…
Poesia scritta il 19/09/2016 - 15:45Voto:  |  su 0 votanti  | 
	
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