in solitaria strada lungo i campi adiacenti della vita
ecco d'un tratto che una forma gentil
dal sembiante come di un disegno di Manara
m' apparve là accosto al viale
ella era china con braccia tese su una gamba
posta su uno schienale di panchina
movimenti perfetti sì graziosi et belli
parvero al mio sguardo esser degni di sosta
per contemplar questa Madonna postata lì
per riattizzar lo spento foco dei miei occhi
gambe perfette muscoletti tesi
lucidi di pelle vellutata culetto sodo
schiena forte a sostener un petto certamente austero
ed ecco ella quasi per magia gli occhi volse
ver me occhietti furbi e sopracciglio scrutatore
chiaramente chiedevasi chi poteva esser io
ma forse il mio aspetto ammirato giunse
al di lei cospetto e la vidi osteggiante sicurezza
oh dèi voi che anelate delle passioni umane le esperienze
voi che andate a seminare odio e tensioni
infra gli umani per le di Venere bellezze
qui non siete oggi ad osservar cotanto sfarzo
di gloria e giovinezza e il ciel ringrazio
ecco colei che mi trasmette amore adesso
mani ai fianchi gambe larghe ben tese
s'inarca all'indietro oh dèi un orlo bianco
di vezzose mutandine vedo mentr'ella
con movenze graziose flette i fianchi
poi d'improvviso saettante gazzella
ella sen va con rapide falcate leggera
che ormai è un puntino ondeggiante all'orizzonte
a me resta il ricordo e meditando vado
ripensando a un disegno di Manara
che miracol si compì davanti a me
ed assorto ammirato e contento
ricompongo in memoria la Madonna misteriosa
et deliziose mutandine bianche
vagheggiano ancor oggi nei miei sogni
ormai vetusti ma radiosi per quegli occhietti furbi.
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