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ER SOGNO di Enio 2

’Gni vorta che me guardo ne lo specchio
-e pe’ decenza nun lo faccio spesso-
vedo ‘na brutta copia de me stesso
che m’assomija, solo un po’ più vecchio.


Ecco, me so’ specchiato propio adesso
e che nun me specchiavo era parecchio.
Ciò er labbro moscio, er pelo ne l’orecchio,
paro ‘na sarma prima der decesso.


La pelle incartocciata pe’ le grinze
-che solo a riccontallo me vergogno-
nun s’ariddrizza manco co’ le pinze.


Er pelo? Bianco, propio immacolato!
Però, Madonna mia che brutto sogno,
è ‘na fortuna che me so’ svejato.




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Poesia scritta il 07/06/2018 - 11:02
Da enio2 orsuni
Letta n.1024 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Svegliarsi da un incubo spassoso, solo come tu sai raccontare.

Teresa Peluso 08/06/2018 - 16:28

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Bella Enio, più che sogno n'incubo.

Wilobi . 07/06/2018 - 19:34

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Sei fantastico

laisa azzurra 07/06/2018 - 19:33

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