Sento note
salire
lì dove ti vedo ridere
- io che parlo di te che
parli di te -
poi
l'infrangersi delle mie onde,
creste di pensieri,
sulle rughe dure
delle tue pareti.
Sapessi attorcigliare la mia lingua
in un nodo
intorno al tuo moto perpetuo,
colarti addosso
con muri
di temporali in estate,
e sottilmente bruciare
fino a consumarmi
nel tabacco che esali,
allora
sarei in te,
correrei sull'idrografia delle tue braccia,
mi ritroveresti
sempre
impigliato tra gli arbusti
sul tuo pube,
il giorno me ne starei
invece
annidato negli alveoli
come a poterne carpire
le sillabe, pure quelle che non dici,
e la notte
adagiato nei bronchi
per mescere il mio
respiro calmo e il tuo.
salire
lì dove ti vedo ridere
- io che parlo di te che
parli di te -
poi
l'infrangersi delle mie onde,
creste di pensieri,
sulle rughe dure
delle tue pareti.
Sapessi attorcigliare la mia lingua
in un nodo
intorno al tuo moto perpetuo,
colarti addosso
con muri
di temporali in estate,
e sottilmente bruciare
fino a consumarmi
nel tabacco che esali,
allora
sarei in te,
correrei sull'idrografia delle tue braccia,
mi ritroveresti
sempre
impigliato tra gli arbusti
sul tuo pube,
il giorno me ne starei
invece
annidato negli alveoli
come a poterne carpire
le sillabe, pure quelle che non dici,
e la notte
adagiato nei bronchi
per mescere il mio
respiro calmo e il tuo.
Poesia scritta il 28/10/2018 - 11:36
Da Matih Bobek
Letta n.1021 volte.
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Commenti
Assolutamente ben scritta e ricca di immagini. Eccelsa poesia.
Antonio Tanelli 02/11/2018 - 11:00
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elegante
superba
superba
laisa azzurra 28/10/2018 - 19:51
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