delle immagini riflettono
un passato lontano
non vissuto da protagonista.
Esiliato dalla vigente razionalità
precipito nel pieno del XIII secolo,
un’ambiente caotico
in cui tutto si amplifica
e qualcosa di speciale s’innalza
sotto forma di lirica, la mia.
Nel mio mondo gotico
fitte masse murarie svaniscono 
ed il peso esorbitante 
dei miei occhi
trova appoggio nelle tue braccia ingannevoli:
soffici ed innocenti, 
contengono forza necessaria 
per reggere tale peso. 
Da guance intimorite e meravigliate 
archetti rampanti si propagano  
con sinuosità fra espressioni
e lineamenti graziosi.
Una fantasiosa struttura gotica 
si erge diretta verso l’alto
come i nostri sguardi
quando ci cerchiamo. 
Il fulcro dell’architettura ogivale 
sta nella luce;
anche nel mio mondo felice
un fiume lucente 
irrompe immense vetrate colorate 
e con effetti irragionevoli
una miracolosa visione s’infonde. 
Un imprevisto balzo 
conduce mente e corpo   
in un luogo familiare
dai pensieri grigi 
e da gesta oramai remote. 
Sono a Parigi
guidato dall’armonia 
di un sorriso radiante 
talmente prestigioso 
da vedere in te
la Sainte-Chapelle. 
Ciascuna parete radicata 
nel timore del tuo essere 
ultima il proprio crollo 
lasciando spazio 
a copiosissime lastre di vetro,
voce del tuo cuore, 
affinché raggi di luce 
possano filtrare tenacemente 
e illuminare i nostri movimenti
prossimi alla verità.
Poesia scritta il 08/02/2021 - 17:48Voto:  |  su 0 votanti  | 
	
Nessun commento è presente
                        


