Mi innamorai del suono
che le parole evocavano,
erano toccanti riflessi
in uno specchio canterino,
delle soavi gesta
per accompagnarmi nel sogno.
che le parole evocavano,
erano toccanti riflessi
in uno specchio canterino,
delle soavi gesta
per accompagnarmi nel sogno.
Sono un perduto uomo
con il suo bastone
che tocca la terra
bagnata dalla pioggia.
Un eterno dubbio
che si insinua nella mia ombra
si lascia trafiggere
da un miracolo incantato.
La mia dimora nel tempo
è una rossa campana nel petto,
un rintocco soave
per chi si perde nella notte.
Sono solo parole
che non possono descrivere
l’immensa commozione
alla mia trasformazione
in luce senza fine.
Questo è il vuoto che la notte
lascia ai bambini appena nati.
Poesia scritta il 04/07/2014 - 10:53
Letta n.1120 volte.
Voto: | su 5 votanti |
Commenti
Grazie Claretta!
Lorenzo Arcaleni 06/07/2014 - 10:29
--------------------------------------
Bellissimo il tuo rintocco d'amore nel petto!
Claretta Frau 05/07/2014 - 21:18
--------------------------------------
Grazie a tutti :)
Lorenzo Arcaleni 05/07/2014 - 19:38
--------------------------------------
Poesia toccante e fragile come tutte le tue. Bellissima :)
Ayesha Catalano 05/07/2014 - 16:59
--------------------------------------
"La mia dimora nel tempo è una rossa campana nel petto ..." Io la trovo splendida, toccante. Complimenti, ciao, Marina :)
Marina Assanti 05/07/2014 - 16:59
--------------------------------------
Ti ringrazio Rocco :)
Lorenzo Arcaleni 05/07/2014 - 11:02
--------------------------------------
Un poetar che cela il mutar de l'uomo ne lo suo passare terreno. Non resta che
pensare "bambino".
pensare "bambino".
Rocco Michele LETTINI 05/07/2014 - 06:31
--------------------------------------
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.