Parole in libertà
RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Opera non ancora approvata!
01/01/1970 - 01:00 commenti - Numero letture:
Psiche In Tempesta Quando vedo nero, proprio in quel momento percepisco la lontananza dal mio sentiero.
Sento il dolore della gente, e so che quando sorride, mente. intravedo l'amore, vorrei avvolgerlo e tenerlo, ma lo allontano, e quindi muore. Poi in un frammento di secondo, vedo l'azzurro, e mi sembra di poter fare di più,ma e l'ennesima illusione, di un'anima da ormai tempo chiusa in uno scatolone. E quindi torna il nero, convivo con il malessere e sono vittima di tutto questo, vago per la mia strada in preda ad uno schema mentale apparentemente insensato, che sembra mia stia scagliando verso un deserto incomprensibilmente desolato. Quello che voglio dire è che sono stanco, non chiedo molto, solo un po' di bianco.... (continua) IL CONTE M. 01/07/2020 - 17:12 commenti 0 - Numero letture:724
Opera non ancora approvata!
01/01/1970 - 01:00 commenti - Numero letture:
Pupetta E’ mezzanotte.
Pupetta scende le scale del palazzo con in bocca un sapore amaro. E’ uno strano lavoro il suo, lasciare che ex carcerati la sevizino con una gentilezza che puzza di denaro. L’anima in gabbia, repressa, ha una luce lieve diversa da quella del primo mattino. Non c’è nascita né morte, solo una pentola a pressione piena di isterico tempo trascorso a confrontarsi con sé stessi. Il ferro delle barre è gelido ed accompagna i pensieri al traguardo: l’odio non accoglie mai il lieto fine. Lei questo lo sa bene e dona amore per una manciata di monete. Una cosa è liberare il corpo da una cella, un’altra è liberare l’anima. Tutti volevano fare molte domande a Pupetta, ma ad oggi nessuno le ha mai chiesto nulla. Cosa si prova ad essere dentro uomini che sono stati dentro sé stessi per tanto tempo? E’ un calore diverso? Brucia come il fuoco? Acceca come il sole? Ma nessuno le ha mai chiesto nulla. Qualche minuto prima, in uno degli appartamenti che accerchiano le scale che disce... (continua) Bruno Gais 07/07/2018 - 13:46 commenti 0 - Numero letture:876
Opera non ancora approvata!
01/01/1970 - 01:00 commenti - Numero letture:
RANDAGI Andava solitario nella notte senza una mèta già prestabilita
senza pensieri, con la mente vuota e l’anima assopita aspettando... che cosa? Forse fare un viaggio a ritroso nel tempo per rivivere amori ormai sopiti? Ma ne aveva ben altri di ricordi. Aveva percorso la propria esistenza consumando le scarpe e la vita ad inseguire ideali illusori. Già da molti anni aveva l’argento nei capelli lentamente avanzava nella notte randagio e indifferente aspettando che si chiuda il capitolo della vita, quando un cane randagio come lui gli si affincò leccandogli la mano, un cane senza nome in cerca di un padrone. Guardò quel cane dagli occhioni tristi che lo seguiva mogio nella via cercando compagnia e fu vinto da profonda tenerezza pensando: in fondo mi somiglia come me è un’anima sperduta. Lo accarezzò dicendo: da oggi sarai tu la mia famiglia, almeno avrò uno scopo per ricominciare a vivere le briciole di tempo che mi resta. Come se avesse capito il cane scodinzolò festos... (continua) enio2 orsuni 13/07/2017 - 10:35 commenti 6 - Numero letture:1076
Regina del giardino Ogni giorno passavo per le tue scale, scavalcavo il muretto che divide le nostre case e aprivo il portone. Cercavo sempre di non farmi vedere, né da te né da nessun altro. Spesso il mio cancello era chiuso e passare per il tuo, sempre aperto, mi sembrò da subito una soluzione. Da soluzione diventò abitudine. Quando ti vedevo là fuori, nel tuo regno, passavo con indifferenza per il mio cancello o suonavo aspettando che qualcuno mi aprisse. Sapevo che tu non avresti avuto alcun problema a riguardo, ma se fossi passato per le tue scale in tua presenza, il mio vizio avrebbe perso la sua ragion d'essere e sarebbe venuto meno. E io non volevo perderlo.
Le rose del tuo giardino erano le più belle che avessi mai visto. La dedizione con cui te ne curavi ogni giorno era la loro bellezza e il profumo che emanavano, unitamente a quello dell'erba fresca, mi annunciava la primavera. Le tue rose, non avendo occhi, non conoscevano il bianco del tuo sorriso o la luminosità del tuo sguardo, ma avrebbe... (continua) Lucia Trucca 17/06/2016 - 03:41 commenti 1 - Numero letture:1201
Remirro de Orco Osservava sospettoso i movimenti del piccolo condominio dalla finestra della camera del secondo piano dalla quale aveva tutto sotto controllo.
Approfittando delle finestre poste su entrambi i lati dell'immobile poteva controllare l'intera area che lo circondava, una specie di "spada di Damocle". Controllava il suo pollaio, sul retro della casa, pieno di ogni tipo di animali, tenuti come in un allevamento intensivo in piccole gabbie che consentivano lo sfruttamento migliore dello spazio a disposizione; aveva conigli, piccioni, polli e tacchini che nutriva, ammazzava e rivendeva. Glauco Ballantini 24/05/2017 - 09:36 commenti 2 - Numero letture:1314
Opera non ancora approvata!
01/01/1970 - 01:00 commenti - Numero letture:
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01/01/1970 - 01:00 commenti - Numero letture:
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