RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Queequeg il sub Sbattuto sugli scogli dalla vita è tornato su di essi per guadagnarsi il pane.
Ospite delle patrie galere, uscito di prigione, ha deciso di tirare avanti pescando, con un vecchio fucile arrugginito nello specchio d'acqua antistante lo “Scoglio della Regina”, nome altisonante di una struttura ottocentesca restaurata in stile razionalista. Un vecchio fucile da pesca “Cressi”, una fiocina ed un coltello le sue armi per sopravvivere cacciando polpi, gronghi e piccole prede da vendere a qualche ristorante voglioso di offrire pesce freschissimo alla clientela. La faccia riarsa dal sole e dal sale, nella sua muta lacera, è un capitano Acab orfano del Pequod, arenatosi come lui in acque troppo basse.... (continua) ![]() ![]() ![]()
Quel Viale Sì proprio così:
Quel viale ai miei tempi si chiamava Viale del Impero, tutto alberato. Ricordo, tante volte da bambino si andava a passeggio con i miei genitori e tante volte con i miei coetanei si giocava a nascondiglio. Da giovanotti con le nostre amorose fra un albero e l'altro rubavamo baci e promesse e a tardi sera era il viale degli amanti. Tanti bei ricordi! Oggi quel viale ha un altro nome: Viale della Libertà, che io attraverso con un bastone e un crisantemo.... (continua) ![]() ![]() ![]()
Quel vino rosso rosso slavato Dal profumo che si era sparso per la casa, si capiva che il dolce era riuscito; mele, fichi secchi e la nostrana uva nera erano finiti nell’impasto e avevano reso il dolce una bontà. Almeno questo era stato il gradimento dei commensali, riuniti per il pranzo durante la giornata in cui si vendemmiava. Il padrone di casa aveva aperto una bottiglia del suo vino; di colore rosso slavato, dal sapore gradevole e frizzante, anche se non poteva certamente vantarsi di chissà quale etichetta, faceva bella copia con il dolce di Teresa. Al pomeriggio si tornò al vigneto, la nebbia del mattino se ne era andata e al suo posto un bel sole dava calore e buonumore. Tra i filari una lunga fila di colorati secchi in plastica si riempiva presto di grappoli, qualche cesta superstite di lontane vendemmie faceva ancora bene il suo compito e chiacchiere questo o su quello riempivano l’aria, dove nugoli di fastidiosi moscerini la facevano da padroni. Qualcuno ogni tanto svuotava i secchi nel carro che avanzava... (continua)
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Questione di banco Al funerale siamo stati grandi, la Terza A tutta all'ultimo banco, anzi in piedi, dopo l'ultimo banco in chiesa, da conquistare come a scuola.
Gli altri posti li abbiamo lasciati agli altri perché siamo entrati per ultimi, siamo rimasti accostati lungo il muro della chiesa, in fila per uno, come alle elementari. Quando il sabato mi sono risvegliato dalla piccola pennichella e mi sono messo al computer per cazzeggiare quelli strani messaggi con il ciao che precedeva il nome... ma come, come può esse... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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Reminescenza di una giornata esclusiva - Pagine di un matrimonio La maggior parte delle coppie preferisce sposarsi nei mesi primaverili o estivi, noi volevamo uscire dai cliché e abbiamo scelto un mese rigido, ma non per questo meno affascinante e romantico.
Anche il tempo quella mattina, si era organizzato per rendere tutto splendido! Era una fredda ma assolata mattina di gennaio, l’otto. Era sabato, il primo dell’anno nuovo, eravamo entrati nel 1972. Molte le attese per quell’anno sconosciuto, prima fra tutte la mia gioia di vivere, perché era il giorno del mio matrimonio. Giovanissima e raggiante camminavo verso l’altare e verso una nuova vita. La notte era passata agitata, mi sentivo invadere da un'ansia arcana, da un senso di vertigine e di smarrimento, come davanti a certe atmosfere torve, e il mattino crampi e dolori addominali. L’attesa del parrucchiere, del fotografo, del fioraio, della macchina, ogni cosa era amplificata e vissuta al rallenty, come dentro ad una nebbia che tempera i contorni della realtà. Indossare il vestito bian... (continua) ![]() ![]() ![]()
Ricordando la mietitura C’era davvero una gran polvere, per non parlare poi del rumore, Teresa doveva gridare per richiamare l’attenzione: aveva portato da bere e tutti le furono grati, la polvere scendeva e seccava la gola. Era l’ultima volta che si trebbiava così, l’anno dopo sarebbe arrivata la mietitrebbia direttamente sul campo; Teresa ne fu dispiaciuta, le piaceva la confusione del trebbiare sull’aia. Arrivava gente ad aiutare e tutto si concludeva con una bella mangiata. Lei era una piccola donnina di dieci anni, forse troppo matura per la sua età, ma dall’altra parte non si poteva fare diversamente: la mamma aveva bisogno del suo aiuto e Teresa lo capiva coscienziosamente, anche se la voglia di giocare era tanta, ma veniva presto ripresa dal papà che la invitava a tornare ai suoi compiti domestici. Per tornare alla mietitura, Teresa aveva memoria di quando piccina veniva portata nei campi e sistemata all’ombra di qualche albero al limitare del campo, dove la mamma andava ad aiutare il papà. Le piaceva... (continua)
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Ricordi Infiniti sono i ricordi della vita,
alcuni già dei primi anni,belli e meno belli,tra paure e gioie,da ragazzina spensierata a donnina di casa, sempre pensierosa tra paure e gioie. Poi l’innamoramento, il matrimonio,un ricordo bellissimo tutto ritorna nella mente,come un film. Tre anni dopo… Il grande dolore,la perdita di mia madre in giovane età, Intanto trascorrono gli anni … Quanti bei ricordi,i vari matrimoni di fratelli e sorelle, La gioia per la nascita di un altro figlio. Ricordi bellissimi trascorsi in famiglia,tra battesimi, prime comunioni, i compleanni festeggiati insieme, Nel 2005 il dolore della perdita in breve tempo di mio padre. 5 anni dopo… ![]() ![]() ![]()
RICORDI DI SCUOLA Alla sera preparavo la cartella per il giorno dopo. Due quaderni. Uno a righe per la bella scrittura e uno a quadretti piccoli per far di conto. Quindi l'album da disegno utile per farci gli aerei nell'ora di ricreazione. Vicino il sussidiario. Quando lo leggevi potevi scoprire le abitudini dei ruminanti ed anche i paesi della terra dove gli uomini si mangiavano le unghie e vivevano felici.
Ricordo che al mattino incontravo i compagni di classe. Tanti grembiuli neri con colletto bianco. Entravamo in classe e ci sedevamo subito al nostro posto. Quando entrava la maestra, ci alzavamo in piedi e salutavamo con il “Buongiorno signora maestra”. Lei si accomodava alla cattedra e faceva l’appello. Quando veniva chiamato il tuo nome, dovevi alzarti in piedi e dire “presente”. Se eri assente non rispondevi e i tuoi compagni di scuola si preoccupavano di portarti i compiti a casa. Ricordo che quando venivo interrogato la maestra, da dietro la cattedra, mi chiamava alla lavagna scandendo nell'... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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