RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Il profumo della Pasqua La Pasqua della mia infanzia profumava di tradizioni e di amore familiare.
Rivedo mia madre recarsi, insieme alle sue amiche , al forno preso in affitto con le mani piene di cose buone da cuocere. Ognuna di esse apponeva sul proprio tegame un segno di riconoscimento, quello di mia madre era una ‘A’, l’iniziale del suo nome : Amelia. Si faceva prima l’infornata dei dolci, poi quella delle carni, in genere capretto e patate ed infine era la volta delle focacce. Era una vera processione che univa il sacro col profano, era quasi un obbligo gioioso , una ragione votiva, quella di rispettare con questi gesti, l’appartenenza ad una fede. Tutt’intorno, ragazzi e bambini si muovevano come sciami di rondini intorno ad un pesco fiorito. Tra grida e saltelli aiutavano le rispettive mamme a portare i tegami, oppure gli sgabelli che servivano al riposo durante l’attesa della cottura. Era una vera festa, così come lo è ogni ‘’al dì di festa’’,il godere della vigilia ancor prima della festa... (continua) ![]() ![]() ![]()
Il rappresentante di lista Ebbene sì, in gioventù, diciamo intorno ai primi anni '80, ho fatto per diverse volte il segretario di seggio. Elezioni politiche, amministrative, referendaum: tutto andava bene per una “tre giorni” di impegno (si iniziava il sabato pomeriggio e si finiva il lunedì sera), giusto per guadagnare qualche lira e divertirsi.
Sì, divertirsi, perché al di là della serietà che all'epoca ritenevo potesse scaturire da un impegno al servizio del bene comune, c'era la possibilità di fare conoscenze, di instaurare rapporti, di appagare la propria voglia di protagonismo e di essere, bene o male, un pubblico ufficiale. Non starò a raccontare le ben note storie legate alle schede annullate per i motivi e le scritte più fantasiose: la fetta di salame nella scheda l'abbiamo trovata più volte; la scritta “Tizia è una troia” anche; improperi assortiti all'attenzione dei vari politici erano all'ordine del giorno. Ma la figura più inutile e ignobile era quella del rappresentante di lista: in genere... (continua) ![]() ![]() ![]()
Il respiro dell'Anima L’afa del giorno viene stemperata dalla brezza che sale dal mare. L’orizzonte si tinge di lilla in accordo con la buganvillea che ombreggia la pietra davanti alla porta. L’apparente semplicità della casa viene tradita dal divanetto in bambù sistemato alla sinistra dell’uscio e sepolto da cuscini rivestiti con shantung prezioso.
Scelgo la poltrona perché mi abbraccia mentre la sua posizione mi obbliga verso la lampada orientaleggiante appoggiata sul muretto di sassi a illuminare un ulivo in un vaso di coccio. L’interno dell’abitazione, ricordo, è rallegrato da tappeti e stuoie colorati sparsi sul pavimento e dal fresco che fa vibrare l’aria fra quelle pareti intonacate di recente. Nessuno è ancora rientrato dalla spiaggia e solamente il gorgoglio della fontana ad acqua che spande un profumo di eucalipto allontana da me la solitudine. Non ho pensieri, non ho progetti. Sono amorfa e partorisco parole prive di confini. Lascio scorrere la mia linfa cerebrale senza costringerla in nessuna ... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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IL RITORNO DELLE JANARE La janara si nascondeva sotto i piedi del granaio di legno, nello stanzone buio e asciutto, vicino al fienile e la stalla del casolare. La fetente attendeva che la famigliuola andasse a dormire… ma non aveva fatto i conti con il nostro trisnonno.”
Grossomodo, così esordiva mia madre quando iniziava il racconto; in genere dopo cena e prima di andare a dormire. Quattro figli ravvicinati, tre maschi e una femmina, aspettavamo di sentire questo e altri racconti, specie nelle lunghe serate d’inverno, quando magari nevicava e si stava bene vicino al camino. Non avevamo ancora il televisore, per fortuna, si direbbe oggi… (era una prerogativa delle famiglie più agiate). “Il trisavolo stava in guardia perché si era accorto che gli animali della stalla erano nervosi e i cani abbaiavano di continuo. Poi, da qualche tempo c’erano stati infausti eventi capitati a certi poveri contadini del vicinato: Presso una stalla era nato un vitellino senza gambe, talché non si poteva alzare né allattare e... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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il ruolo del poeta Il ruolo del poeta
Non chieder pecunia ![]() ![]() ![]()
Il sottotenente Caudarini La Stirpe guerriera, ecco la tipologia alla quale si sentiva di appartenere. Italica, ovviamente, e conquistatrice del mondo.
Il destino però, o la sua poca attitudine, gli avevano consegnato, alla avvenuta messa in pensione anticipata del colonnello, la responsabilità di un gruppo di una ottantina di soldati acquartierati in un ex convento che fungeva da caserma sullo Stradone Farnese. Niente prove ardimentose da dedicare a Dulcinea del Toboso o alla Patria. Solo lo stanco e routinario passare dei giorni. Comandava, a ben vedere, solo un piccolo drappello di furieri che compilavano inutili moduli di permessi e permessini ciclostilati, un paio di autisti che scorrazzavano i piccoli papaveri del distretto e del consiglio di leva, il gruppo di tre soldati che si occupavano delle piccole manutenzioni della decadente struttura ed il reparto mensa. Il resto della truppa ospitata nella caserma in realtà riempiva gli uffici amministrativi sparsi per la città e dipendeva dai vari tenenti, ... (continua) ![]() ![]() ![]()
Il tocco Mi guardavo allo specchio e pensavo che il dolore e la paura fossero le cose più belle ch’io avessi mai indossato
Vestito maglietta pantaloni scarpe alte calzini sciarpa cappotto mantella pelliccia Ero vestita di niente e mi portavo addosso la sofferenza come d’inverno la neve sulle montagne. Prepotente m’incastravo tra i pezzetti d’una vita che mi si scioglieva addosso. Che non si osi dire di me come di una donna forte e temeraria Che non diciate di me come di mistero in attesa d’essere scoperto Se tento di scoprire la più piccola parte di me,è il gelo E ho freddo Tremo Gemiti e Il vento mi accarezza il volto la gamba la bocca e sposta l’angolo dell’abito cui tengo di più La vita mi aggredisce e spaventata s’allontana Carne putrefatta ora osano chiamarmi Mi copro e tento di far riconoscere la mia vera essenza Vi urlo Dolore, chiamatemi dolore. E l’incomprensione della felicità,dell’armonia,dell’ironia e della tranquillità m’avvolgono d’un riso travolgente e fastidi... (continua) ![]() ![]() ![]()
Il tunnel degli orrori Feci conoscenza con la città eterna all'età di dieci anni.
Erano le prime ore del mattino e Roma stava già affaccendata nel suo traffico scuro di metropoli che non dorme mai. Mi colpirono i sampietrini, levigati da anni e anni di piogge e pneumatici. Mia zia abitava al Portuense, in una bella casa immersa nel verde, tra la Magliana e il San Camillo. Da quel momento, cominciai a desiderare con tutto me stesso di farmi portare in quel luogo, ma invano. Tutte le mie suppliche e tutto il mio frignare si risolse in un buco nell'acqua. Dopo molti anni, quando ero già uno stude... (continua) ![]() ![]() ![]()
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