RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

Ragazze


MIRANDA

Si era innamorata di uno che non voleva saperne (forse gay) ma lei insisteva, insisteva. Ad una festa si fece venire una crisi isterica, si mise a piangere disperata, con le amiche a consolarla. E dire che mi piaceva il suo esibizionismo esagerato, la sua intelligenza brillante, il modo di camminare come i fenicotteri. Ma per amore la sua dignità stava a zero. Poi si sposò con uno che non amava.

VIVIANA

A trent'anni cercava un marito a tutti i costi e per questo pubblicizzava il suo essere benestante, il suo supermarket, l'appartamento di trecento metri, la macelleria. Ci provò con noi tre prima di far abboccare al suo amo un disperato che dopo la laurea non aveva i mezzi per andarsene a Milano. Lui altissimo e lei piccolina. Adesso sono sposati e hanno un bambino.

FANNY

Fidanzatissima, si era fatta stregare da uno strano tipo che aveva un potere: bastava uno sguardo e le donne cadevano stordite ai suoi piedi. Era sempre circondato da uno stuolo di ragazze che lo... (continua)


Vincent Corbo 09/04/2016 - 09:57
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Ragazzino stupido fa cose interessanti


Tutto iniziò con un sito che sentii nominare per caso da un tizio che aveva conosciuto on line, decisi di farci un giro e vidi tante bellissime ragazze che come me erano desiderose di fare sesso. Io ero vergine ma ben motivato, una sera mi decido ne scelgo una nelle vicinanze (7km) e ci vado, a piedi. Man mano che mi avvicino il cuore mi batte fortissimo, avevo paura un pò perché era notte ed ero a piedi da solo in una zona isolata, un po perché sapevo di star commettendo uno sbaglio, ma la cosa mi eccitava tantissimo. Sono molto vicino, il cuore batte ancora più forte la chiamo per farmi spiegare meglio dove si trova dopo 20-25minuti che giro a vuoto vedo il suo palazzo, è il suo, so che è il suo, deve esserlo per forza perché ha una bandiera dell'italia appesa di fianco al cancello, come mi aveva detto lei. Le dico che sono fuori, oramai il cuore sembra un fottuto martello pneumatico, lei mi apre , salgo al suo appartamento , lei mi apre la porta, bellissima formosa, in intimo, mi sa... (continua)

Sergio Aquila 26/04/2018 - 19:12
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Recondita armonia


Eravamo preparati a puntino, per entrare al Teatro Goldoni in una piovosa sera d’inverno della prima metà degli anni settanta!

Il libretto dell’opera, io e mio fratello, lo conoscevamo tutto, grazie alle lezioni che nonno ci aveva impartito nelle settimane precedenti, perché altrimenti l’opera lirica è una noia mortale se non si conoscono gli avvenimenti che si narrano. Così ci aveva cantato e recitato tutte le parti dell’opera, tutti e tre gli atti della “Tosca”.

Arrivammo con grande anticipo a teatro, perché, insomma, non avevamo biglietti di platea. Nonno conosceva un po’ di gente nel teatro e, con un biglietto di galleria, o in piedi, si poteva accedeva alla platea.
L’ingresso nel teatro è una bella esperienza specie se si è sotto i dieci anni. La sala illuminata, l’ovale della platea che ci abbracciava, sovrastata dall’enorme lucernario del soffitto della sala.
Tutto intorno i palchetti numerati, quattro ordini con il palco reale come chiave di volta.

Vestiti di tutto... (continua)


Glauco Ballantini 09/05/2015 - 08:30
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Ri-Sorgere


Ci siamo trovati...
con la schiena aderente alla parete curva, umida non bagnata, per me un abbraccio freddo ma sicuro che impediva di cadere nell'acqua al di sotto delle gambe. Solo il piede sinistro tuffava una briciola di pelle in essa, assaggio dell'assenza di calore immaginando la profondità.
Tu eri abbracciato alla concavità della parete di fronte a me, eri ancora vestito di tutto punto con scarpe di cuoio fiorentino, al polso brillava un orologio. Avevamo solo la mente come appiglio. Hai ragione tu...
sono stata più coraggiosa io a mollare lentamente la presa, ti ho convinto che potevi stare su senza tenerti ai pensieri prodotti dalla sola ragione, abbiamo lasciato che fossero parole, una nuvola di farfalle ci teneva su scollandoci dalle pietre umide, il primo tonfo nell'acqua scura è stato il tuo orologio, ha aperto un varco per il cuoio, per la lana blu tessuta.
Ho ragione io...
sei stato più coraggioso tu, spogliato dalle paure hai sentito di nuovo le tue mani... (continua)

Grazia Giuliani 09/03/2018 - 22:48
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Ricordi d'infanzia


Quanti giorni... mesi ed anni son passati. Seduta qui quest’oggi, a questa scrivania, pensavo a quegli antichi giorni... erano i tempi che sapevano del “poco di tutto” … pochi giochi, niente passeggiate ai parchi... niente viaggi … niente telefonino e di pc, neanche si sapeva l’esistenza.La macchina allora era un lusso e la televisione aveva solo un canale: RAI UNO, e veramente era solo uno,per poche ore trasmetteva e non avevi scelta.
Non c’erano tanti quaderni, ne bastavano due … uno a righi e l’altro a quadri da un lato scrivevi i compiti di grammatica ed i temi e dall'altro appunti di storia e geografia. Quando mettevi il pranzo con la cena …eri contento e già sembrava festa attorno a quella tavola, tanti occhioni luccicanti ...voci confuse di ragazzine allegre e birichine …
C’era la zia Anna … voleva sempre lei, quel posto a tavola,con le spalle alla credenza... perché là, diceva tra la porta e la finestra … gli spifferi di vento le danzavano attorno rinfrescando l’aria. Cara... (continua)

Carla Davì 25/01/2013 - 12:34
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Ricordi di infanzia...


Era il tempo della strada, il mio tempo...
La strada maestra di vita, la strada delle esperienze, la strada brutta o buona, ma che comunque ti insegnava a vivere o fare qualcosa.
Avevo quattordici anni o giù di lì...
Passavo gran parte del mio tempo, soprattutto nel periodo estivo, a rimanere seduto sull'uscio del portone di casa.
Stavo in attesa ipnotica come fa un serpente a sonagli, innanzi un ignara preda incauta.
E proprio innanzi a me vi era tutto un mondo adolescenziale da scoprire...
Si trattava di un bel circolo di sedie, che reggevano con non senza allarmanti scricchiolii i sederi di corpulente matrone iblee, con tanto di giovani fanciulle al loro seguito.
E proprio questo era il momento più bello e tanto atteso della giornata.
L'ora del fresco...
Io non dovevo fare altro che attendere pazientemente, ovvero con dovizia certosina, aspettare il fatto che uno spasmo involontario avesse dissipato ogni dubbio sul contenuto intrinseco che vi era celato sotto le giovani... (continua)

Giovanni Santino Gurrieri 24/01/2016 - 19:30
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Ricordi di un estate passata da una vita


il seguente testo è stato scritto come compito scolastico del liceo e la traccia è la seguente: "Hai 45 anni. Ricordati di quell'estate di trent'anni fa, ovvero di quando avevi 15 anni."
il testo non è stato ancora consegnato, prego voi lettori di commentare per aiutarmi a migliorarlo.


Un’altra estate ci sta dicendo addio, lo si vede nei volti delle persone lo si avverte nell’aria.

Il tramonto diventa sempre più svelto e le giornate calano di ore, le persone che s’incontrano in città sono cambiate, ma soprattutto diminuite. Il ricordo di quei raggi cocenti che fino ad un paio di settimane fa, tanto odiavo, ahi come li rimpiango, e quella spensieratezza estiva, come se l’inverno fosse soltanto un lontano ricordo. Io sono in salotto, seduto su di una poltrona, con le gambe accavallate mentre sorseggio un bicchiere di vino e leggo qualche pagina di un libro, tra un tormento/proposito e l’altro.

Sento un rumore, dall’altra parte della casa, ho un attimo di esitazione ... (continua)


Valerio tagliaferri 17/09/2023 - 10:21
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RICORDI ELEMENTARI


La mia maestra si chiamava Grazia Canu. Anzi, il suo nome era Grazia Dessanay, sposata Canu. Era di Nuoro ed il suo cognome mi piaceva tanto, con quella lettera dell’alfabeto a me sconosciuta che lo rendeva così importante ed aristocratico.
Non so perché, ma a pensarci bene le maestre di quell’epoca avevano tutte il cognome dei mariti, eppure le donne della mia famiglia avevano conservato il loro. Forse perdere il proprio cognome era prerogativa delle classi agiate.
Io, quando mi si chiedeva figlia di chi fossi dicevo il nome di mio padre, poi di mia madre ed infine, se ancora non capivano, il nome di mia nonna. Allora capivano, e così presi l’abitudine di dire subito il suo nome. Ecco perché, così piccola, non mi tornava il ragionamento che le donne potessero in qualche modo perdere parte della loro identità.
La mia maestra era una donna dal sorriso molto dolce, ma era allo stesso tempo abbastanza severa da farsi ascoltare e seguire senza problemi. ... (continua)

Millina Spina 25/11/2017 - 08:46
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