Sono in cucina, mi accingo ad aprire il frigorifero, raccontandomi la scusa di farlo solo per soddisfare la curiosità di vedere come siano stati sistemati gli alimenti in ogni scomparto. Mentre apro l'anta, sento qualcosa che mi pizzica dietro il collo, e subito riconosco la mano birichina di mio padre che si diverte a tormentarmi.
<<Non ricordo più l'ultima volta in cui ti ho detto che odio che tu mi dia i pizzicotti sulla nuca>>. Mio padre sghignazza (incredibile a dirsi) e risponde <<E allora smetti di ripeterlo>>. Sospiro e sbuffo, riprendendo la mia "osservazione" all'interno del frigo.
<<Lo sai che mi sento davvero fortunato ad avere una figlia come te?>>. Ok, ricevuto, oggi non posso spiluccare nulla in santa pace. Mi giro verso il mio vecchio, che ha tramutato la sua espressione da "showman del momento" a "agnellino innocente". Fregatura in arrivo per me, per intenderci. <<Cosa ti serve?>> vado al sodo.
<<Devo per forza aver bisogno di qualcosa per essere affettuoso con mia figlia?>>. <<Non sei stato abbastanza convincente. Ritenta>>.
Mi guarda con gli occhi di un bambino che è stato appena sorpreso a giocare con le lucertole. <<Mi si è rotto il plettro>>.
Vi sembrerá una stronzata, ma per mio padre quest'evento è apocalittico, ama strimpellare con la sua chitarra giorno e notte, a volumi sempre piú crescenti, e scomoda di tutto, da Metheny a Clapton, credendosi il nuovo Bruce Springsteen. Cerco di rispondere nella maniera più onesta possibile, evitando di mostrare la mia felicitá in seguito alla notizia. <<Ti sembro una fabbricatrice di plettri?>>.
<<Hai lo stesso scarso umorismo di tua madre>> mi fa, offeso.
<<Sempre meglio del tuo humour inglese>> ribatto. <<Comunque puoi sempre comprarne uno nuovo>> .
Mio padre mi guarda come se gli avessi appena comunicato che ero incinta e che il mio ragazzo era un tossico. A giudicare dalla sua espressione, forse sarebbe stato meglio.
<<Lo avevo appena comprato. Non voglio buttar via i miei soldi per comprarne un altro>>. <<In effetti... con la crisi che c'è in giro, chi oserebbe spendere 50 centesimi? Prendilo come un segno, una pausa dalla tua "arte musicale">>. E così le nostre orecchie avranno una meritata pace, pensai. <<Questa poi! Sai bene che non posso, oggi ho le prove con il gruppo>>.
Ci vuole un bel coraggio a chiamare gruppo lui e quegli squinternati dei suoi compari.
<<E io cosa c'entro?>> gli faccio. <<Vedo che usi sempre un fermaglio di osso per tenere su i capelli>> mi dice.
<<Vuoi farti un acconciatura particolare per la serata?>> gli dico prendendolo in giro e indicando con lo sguardo la "piazzetta" che ha sulla testa. <<Non mi faccio deridere da una che si agghinda come una vedova perchè é convinta che il nero sia elegante>> risponde acido. Touché. <<Ho notato che quel fermaglio ha i denti larghi. Ne stacco uno e lo uso come plettro>>. <<Fai pure>> gli rispondo, sperando che si levi di torno per un po'. Aspetto che esca dalla cucina e poi vado a vestirmi, intenzionata ad andare in centro a comprare un plettro nuovo. Chissá se li fanno di un materiale indistruttibile, ma ne dubito. Torno a casa verso sera, lui é giá rientrato dalle famigerate prove, e lo trovo seduto sul divano intento a guardare la TV. Gli metto in mano il sacchettino con il regalo. <<Hai una figlia degenere che ha buttato via 50 centesimi per un plettro>>. Guarda quello che ho comprato e me lo restituisce. <<Non lo voglio! Oggi il mio plettro alternativo ha riscosso un grande successo col gruppo. Useró sempre quello, pizzica sulle corde che é una bellezza>>. A distanza di 7 anni da quel pomeriggio, mio padre usa ancora quel residuo di fermaglio di osso per suonare la chitarra. Sfortunatamente, anche il suo modo di suonare non è cambiato. Continuo a ripetergli che nessuno mai potrebbe definirlo un bravo musicista, a meno di essere senza orecchie. Lui fa l'indifferente, rispondendo che i migliori talenti sono sempre riconosciuti post mortem. E spero tanto che non si accorga mai della risatina che mi scappa quando dice questa sciocchezza.
<<Non ricordo più l'ultima volta in cui ti ho detto che odio che tu mi dia i pizzicotti sulla nuca>>. Mio padre sghignazza (incredibile a dirsi) e risponde <<E allora smetti di ripeterlo>>. Sospiro e sbuffo, riprendendo la mia "osservazione" all'interno del frigo.
<<Lo sai che mi sento davvero fortunato ad avere una figlia come te?>>. Ok, ricevuto, oggi non posso spiluccare nulla in santa pace. Mi giro verso il mio vecchio, che ha tramutato la sua espressione da "showman del momento" a "agnellino innocente". Fregatura in arrivo per me, per intenderci. <<Cosa ti serve?>> vado al sodo.
<<Devo per forza aver bisogno di qualcosa per essere affettuoso con mia figlia?>>. <<Non sei stato abbastanza convincente. Ritenta>>.
Mi guarda con gli occhi di un bambino che è stato appena sorpreso a giocare con le lucertole. <<Mi si è rotto il plettro>>.
Vi sembrerá una stronzata, ma per mio padre quest'evento è apocalittico, ama strimpellare con la sua chitarra giorno e notte, a volumi sempre piú crescenti, e scomoda di tutto, da Metheny a Clapton, credendosi il nuovo Bruce Springsteen. Cerco di rispondere nella maniera più onesta possibile, evitando di mostrare la mia felicitá in seguito alla notizia. <<Ti sembro una fabbricatrice di plettri?>>.
<<Hai lo stesso scarso umorismo di tua madre>> mi fa, offeso.
<<Sempre meglio del tuo humour inglese>> ribatto. <<Comunque puoi sempre comprarne uno nuovo>> .
Mio padre mi guarda come se gli avessi appena comunicato che ero incinta e che il mio ragazzo era un tossico. A giudicare dalla sua espressione, forse sarebbe stato meglio.
<<Lo avevo appena comprato. Non voglio buttar via i miei soldi per comprarne un altro>>. <<In effetti... con la crisi che c'è in giro, chi oserebbe spendere 50 centesimi? Prendilo come un segno, una pausa dalla tua "arte musicale">>. E così le nostre orecchie avranno una meritata pace, pensai. <<Questa poi! Sai bene che non posso, oggi ho le prove con il gruppo>>.
Ci vuole un bel coraggio a chiamare gruppo lui e quegli squinternati dei suoi compari.
<<E io cosa c'entro?>> gli faccio. <<Vedo che usi sempre un fermaglio di osso per tenere su i capelli>> mi dice.
<<Vuoi farti un acconciatura particolare per la serata?>> gli dico prendendolo in giro e indicando con lo sguardo la "piazzetta" che ha sulla testa. <<Non mi faccio deridere da una che si agghinda come una vedova perchè é convinta che il nero sia elegante>> risponde acido. Touché. <<Ho notato che quel fermaglio ha i denti larghi. Ne stacco uno e lo uso come plettro>>. <<Fai pure>> gli rispondo, sperando che si levi di torno per un po'. Aspetto che esca dalla cucina e poi vado a vestirmi, intenzionata ad andare in centro a comprare un plettro nuovo. Chissá se li fanno di un materiale indistruttibile, ma ne dubito. Torno a casa verso sera, lui é giá rientrato dalle famigerate prove, e lo trovo seduto sul divano intento a guardare la TV. Gli metto in mano il sacchettino con il regalo. <<Hai una figlia degenere che ha buttato via 50 centesimi per un plettro>>. Guarda quello che ho comprato e me lo restituisce. <<Non lo voglio! Oggi il mio plettro alternativo ha riscosso un grande successo col gruppo. Useró sempre quello, pizzica sulle corde che é una bellezza>>. A distanza di 7 anni da quel pomeriggio, mio padre usa ancora quel residuo di fermaglio di osso per suonare la chitarra. Sfortunatamente, anche il suo modo di suonare non è cambiato. Continuo a ripetergli che nessuno mai potrebbe definirlo un bravo musicista, a meno di essere senza orecchie. Lui fa l'indifferente, rispondendo che i migliori talenti sono sempre riconosciuti post mortem. E spero tanto che non si accorga mai della risatina che mi scappa quando dice questa sciocchezza.
Racconto scritto il 17/07/2014 - 19:51
Letta n.1277 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Ciao Focus, desolata di risponderti soltanto adesso. Sono felice che il mio racconto abbia destato il tuo interesse, se vuoi darmi dei consigli o dei pareri sono prontissima all'ascolto.
Un abbraccio
Un abbraccio
Rosalba Caraddi 17/04/2015 - 00:30
--------------------------------------
Un bel racconto...mi è piaciuto...danno un po' fastidio quelle lineette caporale che aprono e chiudono i dialoghi perché sono fatte con il doppio segno di maggiore o minore...invece c'è un tasto apposta che puoi impostare in base al programma...te lo consiglio...poi ci sarebbero altre cose di cui parlare, mi piace scambiare pareri con chi scrive racconti...vabbè, comunque il racconto è davvero buono...ciaociao.
. Focus 23/02/2015 - 08:12
--------------------------------------
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.