RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Ti conosco Non era niente se mi perdevo l'ultimo capitolo di quel libro,
nei fili d'erba che sfioravano il mio viso. Labbra bruciate dal sole per cercare di vedere oltre quel passo che non assomigliava a nessuno. Si mischiava la brina al mattino tra la rugiada bagnata e quel vago senso di un pallido grigio che sfiorava l'alba. Non sono che un puntino all'orizzonte e se sto ferma mi nascondo da quel filo d'erba, per sembrare solo un fermo immagine, di un colore che si rinnova al sole, se non si cela l'orizzonte. Parole confuse tra la mente che non cerca neppure di trovare un senso tra i capelli, che sfioravano la mia spalla e nuda veniva investita dal tepore di un alito di vento che correva su quel prato a dicembre; forse è stato. Ricordi lontani di pagine sfiorate con le dita scarne o affusolate si piegavano gentilmente per scorrere senza fretta il capitolo di una vita. Incerta era la notte quando nuda ti vestiva di sogni e di stelle per farti scorgere un passo silenzioso ... (continua) ![]() ![]() ![]()
Tigre di carta Il colonnello Antonio, presidente del consiglio di Leva, a differenza di quasi tutti gli ufficiali che conobbi durante l’anno del militare, era una persona molto consapevole di non essere colonnello che sulla carta, anzi un giorno me lo disse:
“Vede, noi che siamo qui, siamo militari, ma di fatto civili perché non contiamo niente, siamo delle tigri di carta.” Un paio di cose utili in quei dieci mesi me le insegnò il colonnello. Per esempio, una volta mi fece un ragionamento sul comportamento formale e sul saluto, riferito al fatto che aveva ripreso due sottotenenti medici che non lo avevano salutato. “Vede, io non pretendo che mi si saluti militarmente, per onorare il mio grado, ma che mi si saluti sì. Lo pretendo perché lavoriamo nello stesso ufficio, e poi, all’esterno di qui deve esserci anche la considerazione che si deve.”Una certa formalità, ci vuole.” Infatti, tutte le mattine, quando arrivava, si affacciava lui per primo a salutare tutti. ![]() ![]() ![]()
TINO E LE RAGAZZE DEL BORGO In una calda serata d’estate, mentre la luna illuminava la campagna e l’aria emanava dei soavi profumi, si udiva un mormorio di ragazze, che respirando l’odorosa e pura aria estiva, discorrevano dei loro amori e delle loro speranze, con un tono di spensieratezza e d’allegria.
Ad un tratto, da una casa rischiarata tenuamente, uscì un giovane di nome Tino. Buona sera Tino, gridarono in coro le fanciulle vedendolo avvicinarsi. Il giovane rispose salutando a sua volta tutto il gruppo, con una voce armoniosa avvicinandosi a Pia, mentre le altre ragazze guardavano con occhi rapiti e ammirati. Vogliamo farci una passeggiata lungo il viale ? domandò Tino. Volentieri, è una bella serata e la luna piena ci farà compagnia e illuminerà il nostro percorso, risposero le ragazze. Così tutti si incamminarono per il sentiero semibuio con un tremore mal represso nel cuore. Le gaie fanciulle pensavano certamente ai loro amori, ai loro fidanzati e immaginavano di averli a fianco e di stringerli, b... (continua) ![]() ![]() ![]()
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Tra sogno e realtà Mi piace scrivere, fin da bambina
osservavo il mondo fuori da casa mia e scriverò tutto ciò che mi suscitava emozioni, a volte senza capire neanche ciò che veniva fuori... Tenevo il mio diario in un cassetto, nascosto, perché a nessuno era permesso di leggere la mie impressioni, custodivo gelosamente tutto quanto. Così è stato fino a poco tempo fa. Scrivevo dei miei sogni, delle angoscie e delle mie gioie, raccontando a me stessa cio che infondo non sapevo e non era chiaro alla mia mente. Attraverso la scrittura, fioriva quella parte di me che per paura nascondevo timidamente. ![]() ![]() ![]()
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TRENTUNO MAGGIO Trentuno maggio duemilatredici, ore ventidue e dieci. Tra le strade del Rione Paterno fischia un vento quasi disumano, che porta via gli ultimi sprazzi della tempesta. Sarà un inizio d’estate questo? Ma forse sì: in fondo, sono anni che parlano di “cambio di stagione” a fine primavera, che ci si preoccupa per questo maltempo fuori dagli schemi solstiziali, ma prima o poi ritorna la bella stagione.
Sono solo, in giro tra i cardini e i decumani di questo quartiere sventrato, intorpidito, lasciato a mollo; eppure, nel suo implacabile disordine e nella sua sempiterna rassegnazione, anche la cruda architettura di una zona residenziale di case popolari può donarti i suoi spunti di riflessione, e le sue brave immagini dal sapore felliniano, in una notte di fine primavera dal temperamento quasi settembrino. Stasera ho proprio voglia di farmi una pizza, ma indugio; mi blocca la situazione meteorologica e i cinquecento metri che mi separano dalla pizzeria più vicina – già, a volte la noia... (continua) ![]() ![]() ![]()
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