RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
La finestra della solitudine La solitudine è uno strano concetto, ripeto tra me e me, mentre arranco sulle pendici della montagna.
Risalgo il bosco di faggi e pini, senza seguire un sentiero, tagliando dritto per la vegetazione intricata, verso la roccia nuda delle vette. Desideravo tanto questa solitudine! La solitudine… da cosa? Mi fa eco un pensiero profondo: Nemmeno nel bosco si è soli, almeno fino a quando circolano nella testa tutte le cose dalle quali sto fuggendo. Il bosco è un vero amico! Non ti fa domande, ti offre una mano e ti consiglia sempre, mostrandoti l’essenza delle cose. Non sono solo nel bosco, ma forse non si è mai soli davvero e la vera solitudine non esiste. Forse, quella vera, deve somigliare alla morte, e a volte si muore… drammaticamente, proprio nella più nera solitudine. E tu… parete rocciosa, fredda e indifferente, sulla quale mi appiattisco cercando appigli insicuri, che cosa mi dici? ![]() ![]() ![]()
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LA GITA di Enio 2 Ora mi accingo a raccontar la vita
e voglio farlo senza esitazione cominciando da questo paragone: pensiamo di partir per una gita... Si parte. Della vita sei al principio e già ti danno un nome in municipio. Quella è la prima grossa fregatura E così, fino dai tuoi giorni verdi Quello è l’inizio di una strada breve. Ma il tempo passa e va! L’istituzione ![]() ![]() ![]()
La giusta dimensione della vita (Dello stesso autore: Tratto dal libro “Filastrocche magiche e disincantate con dipinti e personaggi d’autore”. Ediz. Youcanprint self publishing. Settembre 2015)
Io non so davvero qual’è, cos’è la giusta dimensione della vita. Non lo so proprio cos’è la giusta dimensione della vita. Non mi è arrivato nemmeno un raggio della sua luce. Se ha un fine, se è iniziata o ancora deve cominciare, Se alberga nell’oscillazione monotona di un orologio con suo tic tac. Se è soltanto una cometa che sta lontano e mai s’afferra. ![]() ![]() ![]()
La leggerezza della notte Scorreva il pollice sul tavolo di ciliegio disegnando curve, meandri, immaginarie salite con immediate discese; non lo aveva mai osservato, e quei minuscoli buchi facevano pensare che all'origine ci fosse davvero un albero, forte, di duro legno, scalfito appena.
Nella sala d'aspetto il tavolo attirava l'attenzione, non c'era su di esso un giornale, una lampada, niente di aggiunto, era lì sistemato lungo la parete, Valeria si metteva in piedi di fronte ad esso e vi appoggiava la pancia; diventava sempre più sporgente e ogni volta occupava uno spazio in più di quella precedente, immaginava che tipo di ciliegio fosse stato e se fosse vissuto in qualche regione di quella Spagna che lei aveva imparato a conoscere negli ultimi quattro anni. Da mesi il bambino si muoveva in modo indiscutibile, prima era come un leggero battito di ali di farfalla dall'ombelico al pube, successivamente era un movimento più deciso, materiale; Valeria lo seguiva con il pollice che faceva scorrere sulla pancia c... (continua) ![]() ![]() ![]()
La leggerezza... E poi ti ritrovi seduta a guardare le mura della casa come, ahimè, molte persone oggigiorno.
Forse per la prima volta le guardi con occhi diversi, guardi anche quel soprammobile che é sempre stato lì ma non l'hai mai fissato veramente o come quell'oggetto dimenticato se pur sempre nello stesso posto della casa, magari è quello ke avevi acquistato dopo un viaggio o ti hanno regalato a natale o hai semplicemente desiderato tanto perché ecco il suo posto era in quell'angolino del soggiorno. E così mi rendo conto di come spesso si dimenticano le cose piccole, quelle stesse cose che un giorno ti hanno regalato un'emozione o un'attimo di felicità, ma presi dalle responsabilità della vita, si mettono via automaticamente, come per ricordarci che siamo grandi ormai. In realtà siamo grandi se non ci dimentichiamo di vivere, godendoci questi momenti di gioia e se scegliamo di portarli con noi durante la giornata, come un bambino con il suo giocattolo preferito, perché penso che è meglio col... (continua) ![]() ![]() ![]()
La lettera Ho letto la lunga lettera della Fallaci a Pasolini, scritta dopo la sua uccisione. È una bella lettera, che si legge tutta d'un fiato. Pasolini amava New York e lo squallore della Quarantaduesima strada. Oriana lo redarguiva, fai attenzione, prima o poi ti uccideranno.
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