RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
La siepe rossa Come ogni giorno verso l’ora di pranzo esce dal cancello e, costeggiando la siepe rossa fino in fondo alla stradina, raggiunge la cassetta della posta. Di solito si stiracchia prima di aprirla, poi se ci sono dentro bollette sbuffa solo un po’. Se invece è vuota, sbuffa solo un po’. E rientra con passo svelto come se avesse da fare.
Oggi ci ha trovato una lettera, e sbuffa giusto quel po’ per darsi sempre lo stesso tono. Su scritto il suo indirizzo, e a inchiostro rosso “ rispedita al mittente”. Rincasa e appende all’attaccapanni il domino per il cappuccio, ma dalla parte bianca. Esce dall’abito elegante, che quando lo guarda è come se guardasse il volto di una donna… quell’impressione di entrare nel sogno di un altro. Qualcuno lo chiama illusionista, altri trattenendo una lacrima. Alla scrivania si accende una sigaretta, un fusto con un incendio ad una estremità e uno sciocco dall’altra. Non trova il tagliacarte, e senza sbuffare apre in qualche modo la lettera. Origlio da so... (continua) ![]() ![]() ![]()
La Solita Giornata di Lavoro Uno scoppio, le fiamme, poi il BUIO.
Pioveva anche quella mattina, pioveva come tutti i santi giorni in quella dannata città, Bristol 27 marzo 1754. Stava albeggiando, le gocce piccole e infide cadevano fitte sulle Slum, l’aria era malsana, pesante, quasi non si respirava. Si, era mattina, ma la luce del sole veniva oscurata dai vapori delle fabbriche, i fumi tossici che uscivano dalle strutture in acciaio coprivano il quartiere già a quell’ora; era mattina, ma era BUIO. In una casupola non troppo lontana dalle baracche viveva Jason Stonks, nato il 14 marzo del 1715; viveva con sua moglie Lizzie e i suoi cinque figli, tre giovani uomini e due bellissime femminucce. Sapete, gli Stonks erano una famiglia fortunata, invece di vivere in una delle tante abitazioni nella baraccopoli, il padre di lui gli aveva lasciato in eredità una stalla che erano riusciti a sistemare. Non era propriamente una casa, ma era comunque uno dei posti migliori dove poter vivere in quel luogo. Come ogni gior... (continua) ![]() ![]() ![]()
La solitudine E fu così che scoprii la solitudine...un'eterna nemica per me.
Fu quando un giorno mi fermai per guardarmi attorno e mi resi conto di essere sola anche se non letteralmente, anche se circondata da una famiglia, un paio di amici ecc; sola soprattutto nei momenti in cui la vita mi ha fatto degli sgambetti per vedermi cadere e quando poi il rialzarmi non è accaduto nell'istante stesso in cui ho ricevuto lo sgambetto ma ho dovuto prima accettare e curare con tanta pazienza delle ferite per poter spingere il peso del mio corpo in alto; oppure quando ho voluto strappare via il cerotto pensando di essere ormai guarita e notare invece che sarebbe bastato sfiorare leggermente la ferita per farla riaffiorare fresca e dolorante. Fu dopo anni a ricercare sempre qualcuno con cui condividere la vita, posti, case perché in realtà avevo timore di restar sola e scoprire alla fine che lo sono sempre stata e che in fondo quelle persone intorno erano una bella illusione del contrario. Fu quando la... (continua) ![]() ![]() ![]()
La speranza Senza ornamenti son solo un bianco letto d'ospedale,
ma io sono il primo attore nella linda stanza, sono io che aspetto l'ospite accogliendolo in un semplice e candido scenario, ecco son qui a recitare la prima scena s'alzan le mie coltri come fosse un gran sipario. Or sento in me un tremito, un sospiro un grido di dolore aiuto ho mamma! Quante comparse si susseguono in questa stanza, scene d'ipocrisia, scene di grande amore, scene di ambiguità e peggio ancora di venalita, è la commedia della vita! Ma la vera storia che vive in me e in questa stanza l'ho dedicata all'uomo a un titolo soltanto è la speranza!... (continua) ![]() ![]() ![]()
La stanza Buio. Solo buio. Nient'altro che buio. Ero intenta a navigare fra i pensieri osservando il vuoto. Ad un tratto un fascio di luce sveglia il mio occhio perso e quasi addormentato. Ma aspetta! Vedo una fioca luce. Vedo qualcosa di voluttuoso muoversi, qualcosa di leggiadro ma allo stesso tempo pesante, come se si trascinasse dietro di sé delle... catene. Non mi resta che sgranare gli occhi e osservare bene quella strana presenza onnipotente che domina l'intera stanza. - Oh ma è la mia anima! - dissi tra me e me . Un'anima che tenta di trovare la luce, un'anima tormentata che tenta di liberarsi dalle sue catene, un'anima che urla, un'anima il cui grido è muto e impercettibile. Ma... ahimè! C'è troppo buio; non vede nulla e continua ad apparire disorientata. Il mio ingegno mi dice subito di accendere una candela, poiché la corrente elettrica se n'era andata durante quella tipica sera d'autunno, in cui un'impetuosa tempesta di pioggia faceva gridare i vetri e tremare le tegole dei tetti. Co... (continua)
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La stella Bianca E' la storia vera di una madre, malata di leucemia in fase terminale, che per uno strano gioco del destino, percorre l'ultima parte della vita da protagonista di un fatto inconsueto, realmente accaduto, che ho raccolto direttamente dalle sue labbra ...
Seduta sul divano, di fronte alla finestra che si affaccia sul parco del quartiere di periferia, la madre, ormai stanca e svilita, stava consumando l’ultimo sprazzo di vita. Un passato costellato di tanti sacrifici, tra il lavoro in fabbrica e la casa, per assicurare, con il marito, un dignitoso futuro ai loro due figli. La figlia, la "sua" amata Bianca, se n’era prematuramente andata ormai da qualche tempo, ed ora toccava a lei percorrere, con la stessa ineluttabile prospettiva, l’ultimo tratto della vita. Una notte sognò di camminare lungo un sentiero, tutto in salita, irto di spine di rovi, al termine del quale un alto cancello le sbarrava la strada. Con mano tremante lo aprì e, davanti ai suoi occhi increduli, si sc... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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Opera non ancora approvata!
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LA TIGRE Mi aggiro nella boscaglia con passo obliquo alle prime luci del crepuscolo, quando l’aria è ferma e ogni cosa tace. Avanzo lentamente, mentre do inizio alla caccia notturna, per sfamare me, ma soprattutto i miei cuccioli. Sinuosa, a tratti altezzosa, procedo con fiducia pur non abbassando la guardia: i pericoli possono essere in agguato.
Sto attenta ad ogni minimo rumore, anche se a volte mi rilasso, lasciandomi avvolgere dall'aria fredda o dai raggi del sole, che esaltano le striature della mia folta pelliccia, mantello da regina. Sono la tigre e riesco a sopravvivere negli habitat più ostili; ho una natura selvaggia, dovresti saperlo. Tu, uomo, mi definisci animale feroce, ma se vuoi puoi rendermi tua preda, diventando molto più crudele… Abile a farti le fusa, non perdono se invadi il mio spazio vitale. Quando succede, hai infranto l’idillio. Se provi ad avvicinarti, ti guardo dritto negli occhi. Osserva le mie iridi d’oro: riescono a vedere anche nella notte più buia e dentro vi... (continua) ![]() ![]() ![]()
LA VENDEMMIA Durante la vendemmia, il borgo si animava. Teresa, giovane contadina, raccoglieva i grappoli con amore, affiancata dal nonno Antonio, che le narrava storie della sua giovinezza. "La vendemmia," diceva il nonno, "non è solo raccolta, ma riconciliazione con la natura. Ogni chicco è frutto di un anno di fatica."
Teresa, che spesso si lamentava del duro lavoro, iniziò a guardare le sue mani e quelle del nonno con nuova consapevolezza. Osservando il mosto nel torchio, capì: "La vita è come la vendemmia. Ogni sacrificio ha un senso, e col tempo tutto si trasforma in qualcosa di prezioso."
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