RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

Miriam e Margherita.


Cara Margherita..
Come stai? Ho saputo che sei partita, che sei andata via. Mi hanno detto che ti hanno vista con una valigia di pelle marrone, uno zaino sulle spalle ed un cappello verde. Doveva essere di sabato, o forse di domenica.La stazione centrale era ghermita di gente. I binari rossi rossi, vero? Mi hanno detto che non hai salutato nessuno, che hai scritto una lettera a tuo padre e l'hai infilata sotto la porta di casa sua. Riesco ad immaginarti, a vedere i tuoi passi, le tue scarpe basse e il foulard di seta che ti ho regalato agitarsi nel vento, la tua figura esile in mezzo al traffico. Io sto piuttosto bene qui, vivo in compagnia di tante persone, da un po'. Dove sei andata? Forse tuo padre lo sa, e non lo dice a nessuno. In fondo, è sempre stato il tuo migliore amico. Quando eravamo bambine ti invidiavo a volte. Tu sapevi corrergli incontro e abbracciarlo. Io no. Io ho sempre avuto uno strano timore reverenziale verso mio padre. Tutt'ora è così. Ma tu lo sai. Vorrei tanto... (continua)

Lylas Lena 29/03/2017 - 00:43
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MONDO DI SILENZIO


“Ciao Pietro! Finalmente ci si vede faccia a faccia. Soli, qui, tra le nostre verità. Sai, quando c’eravamo conosciuti, virtualmente, mi avevi messo in soggezione: mi scrivevi in continuazione, e leggevo cose molto strane di te, di quello che pubblicavi. Le ho lette tutte, anche se non t’ho mai risposto. Ma sapevo benissimo che non eri cattivo, affatto.
Non ho mai dubitato di te, sulla tua onestà: sei stato buffo e anche assurdo, ironico e malinconico, credibile e fantastico. Sei stato tutto, eppure nessuno.
Difficile dirti come mi sento ora. Non sono triste, ma neanche soddisfatto. Ah, di me poi no di certo… cosa credevi? Ti eri costruito così tanti castelli di carta, gli allori, per una persona così piccola come me. Eppure, qualsiasi cosa mi domandavi, qualsiasi cosa tu chiedevi e scrivevi su di me, era maledettamente vera! E’ proprio vero che certe cose sono stampate in faccia, non c’è niente da fare.
Se ritornassi indietro però, avrei risposto a tutto e di persona. Ci si può na... (continua)

Pietro Valli 26/02/2017 - 20:37
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Nemici, amici.


C’è sempre stato un rapporto di odio e amore fra noi due. Fin dal primo istante. Eri ancora cucciolo ma con un carattere ben determinato. In un primo momento ti avevo definito un essere tenero e smarrito, col tuo manto bianco e morbido e qualche macchia beige sparsa qua e là, le orecchie basse e gli occhi tristi. Ma eri solo spaventato dai petardi e dai fuochi d’artificio che erano stati sparati durante la notte di Capodanno. Chissà poi come eri arrivato in quel locale mischiandoti fra gli invitati un po’ alticci che si dimenavano in chilometrici trenini con tanto di cappellini e trombette!
La tua prima dimora era stato il garage di mia zia. Fu proprio lei a trarti in salvo dall’essere calpestato da qualche tacco vertiginoso. Non potendo tenerti con sé perché già condivideva il suo appartamento con due gatti, un setter nero e me, chiamò in causa Mauro, il mio fidanzato.
Fu amore a prima vista fra voi due. Anche se, a causa di sua madre, che non voleva animali in casa, ti accolse un’a... (continua)

Candlelight Candle 04/09/2014 - 16:13
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NINA


Luca giunse a piccoli passi davanti alla porta di casa e si fermò un attimo a pensare.
Respirava a fatica, come se avesse appena corso una maratona olimpica, e grosse gocce di sudore scivolavano sul suo viso come tanti sciatori su di una bella pista innevata.
Rimase lì fermo, imbambolato, per quasi cinque minuti, per vedere se riusciva almeno a smettere di tremare come un frullatore. Poi, con il cuore che ancora girava come una turbina impazzita, fece per aprire la porta ma subito ritrasse la mano come se la maniglia fosse diventata di colpo incandescente o percorsa da energia elettrica.
Non c’era niente da fare, la paura non passava.
Questa volta l’aveva combinata grossa e Giorgia non avrebbe fatto sconti.
Era terribilmente in ritardo e, quanto al resto, bastava vedere come era conciato per capire che, non appena si fosse presentato, l’ennesimo rimprovero di Giorgia sarebbe calato inesorabile trapassandogli il cervello come una lama sottile e affilatissima.
“Magari capirà…”, pen... (continua)

Paolo Guastone 08/02/2023 - 11:00
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NINO


Nino, figlio di Turiddu e di Stella, abitava in campagna con i suoi genitori e con i suoi fratelli. Tutti lavoravano un appezzamento di terreno di proprietà di un tale, chiamato don Totò.
Nino aveva sei anni ed, oltre a lavorare, andava a scuola, in una scuola rurale, che raggiungeva a piedi ogni mattina, attraversando campi seminati e percorrendo viottoli interpoderali limacciosi.
In una vecchia casa di campagna, adibita a scuola, con vecchi banchi molto malandati, dove la luce entrava solo da una finestra, ogni giorno perveniva con mezzi di fortuna una povera maestra con il suo scaldino, attesa con piacere dai suoi pochi alunni.
Tra i suoi compagni Nino era il più indigente, ma il suo corpo appariva pulito ed ordinato come i vecchi indumenti che indossava ben rattoppati; anche le scarpe, a suo malgrado sporche, mostravano una sommaria pulitura.
Nino non aveva libri nè quaderni, perchè la sua famiglia molto povera e numerosa disponeva solo di quel poco per sostentarsi quot... (continua)

Gino Ragusa Di Romano 08/05/2013 - 15:50
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Nobiltà e dintorni


NOBILTA' E DINTORNI

Tutto cominciò il giorno in cui… Teodora cominciò a navigare in Internet.
Certa di avere un filo di sangue blu nelle vene (non per nulla era conosciuta come la marchesina, checché ne dicesse Eugenio), si interessò molto ai siti in cui si parlava di principi, conti, marchesi e duchi. Nel frattempo si chiedeva anche, dopo tanti anni, se Gianni si fosse rivelato veramente il suo principe azzurro.
Purtroppo doveva ammettere che suo marito, al di là della buona educazione, cortesia e cultura, di nobile aveva soltanto lo spirito. Le sue origini plebee si riflettevano nel preferire un grezzo umorismo, la risata grassa, la battuta sconcia, piuttosto che quella lieve ironia, quell’humour inglese che Teodora amava tanto. Persino il popolano marito della sua amica Clara, quell’ Eugenio della malora che la criticava continuamente, aveva un miglior gusto per la battuta sottile, sfuggente, allusiva, ma sempre di classe… Ma pazienza! Lei e Gianni avevano comunque f... (continua)


Michele Fiorenza 15/05/2015 - 09:17
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Ode ad un amico


Grazie amico mio, il tuo dimenticarmi facilita il mio distacco.
Ho rischiato di rimanere fissata a pensare a te per molti mesi, escogitando quale cibo ammannire perché ti fosse gradito o cosa proporti per trascorrere qualche ora insieme; ho rischiato di perdere mesi ad inseguire una tua frase, a cercare di intuire un tuo stato d’animo, per poi accorgermi - sempre troppo tardi che l’impeto era solo mio.
Grazie amico mio, il tuo silenzio in un giorno come questo è più eloquente di ogni parola
e senza saperlo, senza volerlo, mi fai l’augurio più importante per questo 2017 appena iniziato:
lasciare andare ciò che è inutile.
Mi avvio in questo nuovo anno con più chiarezza e forza, liberata da orpelli che appesantivano il mio cammino. Un tempo sarebbe stato struggimento, ma la vita vissuta mi ha insegnato a distinguere il mio sentimento da ciò che arriva; e oggi il tuo silenzio si mostra in tutto il suo splendore.
Perciò un canto di gratitudine ti dono, amico mio ignaro.
1° gennaio 20... (continua)

valeria franchi 01/01/2017 - 21:38
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PALESTRE di VITA (prima parte)


A Riccardo W.P. -
Odiava la mensa. Pete un tempo pensava che la mensa avrebbe fatto per lui – e si sbagliò di grosso! Una sua cliente anziana gli disse che una volta era tutto diverso, c'erano meno ragazzi da servire – che poi si fermavano pure a parlare, e ad ogni festività gli inservienti venivano ricompensati dagli stessi ragazzini coi doni relativi alle ricorrenze. Altri tempi – “Ma va che bel figurino che ti ritrovi lavorando in cucina!”. Sì, sul filo dell'anoressia – peggio di un tumore! Ribatté, borbottando sottovoce mentre ritornava dentro, il povero Pietro. Non doveva fare la scuola alberghiera “Pete”, come lo chiamavano i suoi vecchi amici – che Amici non erano più! Viveva nel suo mondo incantato, sì quello invisibile, di cui le Anime più candide difficilmente si separano col passaggio dell'età... adultera! “Traditori infami, la pagherete tutti!” Vendicò Pete, riferendosi a tutti quelli che un tempo gli erano vicini, ed ora scomparsi come fantasmi – pessimi illusionisti!
Un... (continua)

Pietro Valli 14/11/2017 - 22:51
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PALESTRE di VITA (seconda e ultima parte)


Per il ponte dell'8 dicembre Pietro passò il week-end allungato in Liguria. Riccardo invece lo avrebbe trascorso con la propria ragazza. Nonostante il viaggio ancora solitario e la distanza, Pietro non si sentiva più solo – tutte le sue paure, le continue manie e ossessioni sull'essere solo e abbandonato, con Riccardo svanirono per incanto, si annullarono tutte. Sì, perchè ora sapeva sempre su chi contare. E infatti, essendo di Parola, Riccardo gli telefonò tutte le sere durante la permanenza a Rapallo per chiedergli come stava e che cosa aveva fatto. Il giorno memorabile arrivò il 24 dicembre, la vigilia del Natale, quando loro due, da soli, passarono la mattinata in pieno centro a Milano – piazza colma delle arance – sotto l'albero di Natale, posto come da tradizione dinanzi al Duomo. Cielo, comme d'habitude, grigio – scendeva magicamente qualche fiocco. Tutto era bello, pieno di luci e stranamente con pochissima gente in giro – quasi avessero riservato la piazza tutta per loro! Semb... (continua)

Pietro Valli 18/11/2017 - 00:02
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PAMPLONA!


Il pomeriggio di un giorno di un’estate lontana stringeva la campagna in un abbraccio di luce forte e gialla.
Via Soliggia era deserta e si stagliava davanti a me, stretta, come volesse farsi minuscola per non disturbare le piante, vere ed incontrastate dominatrici del paesaggio.
L’aria profumata stuzzicava i polmoni, il sole sferzava la pelle ed invogliava a vivere la vita senza perderne nemmeno una goccia, in una quiete così magica che in città era inimmaginabile ed anzi non sembrava neanche di questo mondo.
Percorsi volando le poche decine di metri che separavano casa mia da quella di Mario e, quando sbucai nel cortile, lo trovai seduto sotto il portico con un muso lungo un chilometro.
L’euforia iniziale si afflosciò in un attimo. Mi avvicinai timoroso e gli chiesi cosa stesse succedendo.
“Succede che mia mamma non mi fa uscire se prima non raccolgo tutte le uova dal pollaio!”, mugugnò con un tono di voce tendente al pianto.
I lavori che, di solito, la mamma di Mario affibbiav... (continua)

Paolo Guastone 10/11/2021 - 11:35
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