RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

VENTI di PASSIONE (Parte 1 di 2)


Le Parole che non t'ho detto, ma anche quelle che non t'ho mai sentito dire -
Pietro era un ragazzo timido. Difficilmente in pubblico, nelle compagnie, parlava. E fu scartato. Era anche strano, di certo fuori dal comune. E fu scartato. Era pure considerato – ambiguo – e anche per questo, fu scartato. Ci fu un tempo nella quale Pietro pensò di essere veramente Unico. Sì, l'unico a essere solo – e a essere ancora scartato, sulla soglia dei 30 anni. Ci fu anche quel tempo a cui Pietro piaceva veramente perdere tempo – anche se adesso era lo stesso tempo a cui piaceva far perdere Pietro. Qualsiasi cosa faceva questo ragazzo, era vana. Anche per le Amicizie. Così Pietro passò tutta la quarantena della pandemia scoppiata in Primavera a fissare le nuvole in Cielo, nascosto col suo sigaro fra i campi e boschetti di periferia non lontano da casa. Bello perdersi come la sera in estate a fissare le stelle, ma era lo stesso Cielo dell'anno scorso, e di 2 anni fa, di 5 e pure di 10. Perso nello st... (continua)

Pietro Valli 07/07/2020 - 22:13
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VENTI di PASSIONE (Parte 2 di 2)


INIZIO SECONDA E ULTIMA PARTE -

Girando a vuoto in una sera della lunga e noiosa Estate – la stessa del 1983 – Pietro, disperso per Legnano, sua città natale, intravide 2 ragazzi sicuramente più giovani di lui, lungo il Cadorna. Stavano facendo autostop. “Questi due vorranno andare sicuramente al Mèc!” si giustificò Pietro, come sempre parlando solo, vedendoli sotto il solito acquazzone estivo. “Mai fidarsi degli autostoppisti, perlopiù se sono ragazzi e peggio se sono in 2!” recitò a mò di canzoniere Pietro, con la stessa voce di sua madre che, come tutte, era solita a rimproverarlo su cosa fosse o non fosse giusto. Ma Pietro quasi piaceva andare nei guai, perchè prendeva ogni cosa che non avrebbe dovuto fare per... un'Avventura. “Eppoi, 2 per la strada, che male voglion fare se poi ti chiedono affamati di accompagnarli a 1km di distanza? Al Mèc poi!” si scusò, interrogandosi sempre fra sé e sé per sdrammatizzare una vicenda già per natura bizzarra. E poi, complice – la Solitudine ... (continua)


Pietro Valli 13/07/2020 - 17:10
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Vi leggo con piacere


Miei cari di O.S ci tengo a informarvi che la mia assenza purtroppo: è dovuta dalla mia malattia. Ricordate dove dicevo che considero la mia vita come un giardino in cui crescono molte piante, tra le quali purtroppo… c’è anche la mia malattia, che cerco di lasciarla in un angolo perché non soffochi le altre piante? A quanto pare si è stancata di stare in disparte… per qualche mese, mi ha tolto la normalità dei movimenti, costringendomi in un letto di ospedale. Ma non mi arrendo… piano piano sto riacquistando i movimenti, continuerò ad amare la vita con serenità ciò nonostante. Ho sintetizzato un po’ il quadro della mia situazione perché: faccio fatica ha scrivere…. Un caro saluto a tutti Donato.... (continua)

donato mineccia 27/02/2017 - 19:53
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VOSCENZA BENEDICA


Voscenza benedica!


Un contadino, chiamato massaru Nittu, essendosi arricchito non molto onestamente, un giorno pensò di dare più tono al suo nome e di ricevere di conseguenza, a suo modo di vedere, più rispetto.
Diceva, infatti, rivolgendosi alla moglie: “ Ormai sono un uomo facoltoso, aumento le mie ricchezze ogni giorno di più, la gente ha bisogno del mio denaro, quindi la stessa mi deve massimo rispetto. Chi parla con me da oggi deve chiamarmi Don Binidittu e non più massaru Nittu”.
Così pensava e così educava i suoi due figli, Stefano e Vincenzo, ignorando che la ricchezza è solo una mera illusione, che discrimina e divide gli uomini.
La famiglia di Don Binidittu abitava in una masseria di sua proprietà ed, avendo alle proprie dipendenze dei braccianti agricoli, che sfruttava in maniera indegna, adibendoli ai lavori più duri e soprattutto mal pagati, agli stessi concedeva ogni tanto di sera di sedersi insieme con lui in uno spiazzo antistante la casa per dialogar... (continua)


Gino Ragusa Di Romano 23/02/2016 - 11:42
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Yestaday


Yestaday


“ My life is brilliant, my love is pure
I saw an Angel of that I am sure.....”
( You’re beautiful James Blunt)


Yestaday, non si dice così, ma io oggi mi sento così, deliro di me attraverso la notte e il non detto di se, perché!?
Ho visto via Nazzario Sauro è mi è venuta in mente Bianca, quando le facevo la tana e lei ora è lontana.
Principessa che attraversasti mezzo mondo, scendendo dal cielo per farmi compagnia e asciugarmi le lacrime, diresti che è un errore “Yestaday”, tu dolce insegnate d’inglese che bevevi il latte “Macchioto” che io non capivo come ciò che ora scrivo che amavi andare cenare dalla Sandra e mi raccontavi di com’è bello il mondo.
Forse sei stata un miraggio come i tuoi occhi che io definivo così:”your eyes are my soul wings that fly more over my dreams” e mi cantavi Never ending story, che ridevi quando ti parlavo di Fantozzi e dei palliativi e del prima o poi.
Correvamo in macchina e tu ridevi; quando ti toccavo ti ar... (continua)


Carlo Tracco 28/01/2024 - 17:50
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…ancora spiccioli


<<Sei stato un bambino solo, chiuso, timido e un'adolescente che soffriva ad ogni respiro. Come del resto lo sono stata anch’io. Poi un uomo solo. Infine padre. Poeta e padre… con il tuo cappotto di sofferenza, di bellezza, cortesia e di amore per la vita. C'è tanto rispetto nel tuo scrivere>>.

Quale è stata la domanda? Posta a chi? E da chi?! E aggiungerei anche Dove…, sempre che mi concediate un po’ della vostra pazienza.
A un tavolino tra Piazza De’Celestini e quel Caffè di via Po che fece da retrobottega e vetrina a Giovanni Prati e a un numero imprecisato di sue poesie, da dietro l’orlo di feltro della cloche cream lei soffia sulla tazza. Ha ordinato un cappuccio. Potrebbe tranquillamente essere l’interlocutrice di quel Lucio, cantautore, che sosteneva che alle donne non piacciono le domande.
Se ne sarebbero sentite delle belle.
<<Che si dice sotto quel tuo cappello da pensatore?>>.
<Da fumo, quante volte te lo devo spiegare: lo indossava anch... (continua)


Mirko D. Mastro 11/06/2022 - 06:25
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