RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 




Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Diceva mio Padre ...


Mi sembra ancora un sogno quando mio padre mi parlava del Africa e del canto dei nomadi. Diceva sempre, che il mio pianto era una nenia, e così narrava:
Fra le dune e alture scoscese del Sahara i nomadi viaggiavano di notte, e di giorno si accampavano con i loro cammelli dietro quelle alture sabbiose.
Senza nessuna tregua del sole, impiantavano le tende, formando un cerchio, aspettando il tramonto per riprendere il loro cammino.
Durante il viaggio, di notte, sotto un chiarore lunare, intonavano il loro canto, una nenia.
Le note sfioravano la sabbia e poi, issate dal vento e trascinate fino a quel minareto, dove si confondevano con la preghiera del fedele che inneggiava "Allah" e cosi via …
Ne aveva fantasia mio padre!... (continua)

Salvatore Rastelli 11/08/2017 - 18:58
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Dolce Ricordo


Dolce Ricordo

Da ragazzina, quando venivo a trovarti ed ero giù, tu lo capivi all’istante, mi osservavi col tuo sguardo intenso, quasi indagatore, e mi dicevi: “Non essere triste, sorridi alla vita, il sole, il cielo, la bellezza dei monti, sono di tutti, sono per tutti, ci sono stati donati e sono preziosissimi, dobbiamo solo imparare ad apprezzarli, a goderne pienamente...” Io non comprendevo.
Cosa c’entravano le bellezze naturali - che davo per scontate - con i miei problemi, i miei dispiaceri?
Certo, amavo il mare, che l’Estate raccoglieva le mie lacrime fanciulle senza che nessuno se ne avvedesse, ma non riuscivo a guardare il sole, il cielo e le montagne con lo stesso sguardo innamorato con cui li avevi sempre ammirati tu, nonna.
Solo anni dopo, ormai adulta, passeggiando con la luna sotto a un cielo stellato, carezzata dai loro magici bagliori, capii cosa intendevi dirmi.
Grazie nonna, maestra nella vita, maestra di vita...

tua nipote
Marinetta (come mi chiamavi tu... (continua)


Marina Assanti 01/02/2023 - 10:36
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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E intanto fuori piove


Il sole e sparito, rapito da nuvole grigie
mi affretto a rincasare, si sente nell’aria odore di pioggia
che strana estate questa, mi siedo e penso al mio passato
il tempo sì e preso il nero dei miei capelli, e mi ha donato l’argento della vecchiaia
i ricordi mi portano alla mia giovinezza, scalzo a giocare e rotolarmi sull’erba
sentivo il vento scompigliarmi i capelli, e l’odore della terra a primavera
saltavo con i grilli, e correvo dietro alle farfalle
bevevo l’acqua cristallina del fiume, e in esso mi bagnavo
per poi lasciarmi asciugare da uno splendido sole
che al tramonto, lo accompagnavo con lo sguardo fino a vederlo sparire
per poi darle la buonanotte.
camminando per le strade, mentre tornavo a casa
sentivo l’odore del cibo che si espandeva nell’aria da una finestra aperta
la gente seduta fuori casa che faceva comunella chiacchierando del più e del meno
i bimbi che giocavano a nascondino, e le bimbe facendo girotondo, intonavano una cantilena
ma quante belle figl... (continua)

Calogero Leonardi 12/09/2012 - 18:06
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E le stelle brillano di più


Nel silenzio della notte, dondolandomi dolcemente in un'antica seggiola osservo l'immensita' del cielo, il manto stellato e la mente si perde, nostalgici pensieri trafiggono il cuore.
Remoti ricordi si alternano tra volti cari, amici, persone che ormai
son lassù!
Socchiudo gli occhi un istante, mi par di vedere i loro sorrisi echeggiano nella mente parole il suono di voci a me care,
non si può dare ai ricordi un addio sono qui' sigillati nel cuore!
Osservo ancora il cielo penso alle miriadi di anime che sono con loro
lassù, mentre vola un pensiero, una prece, ed un sorriso nel blu'
scende una lacrima e mi par che le stelle ora brillino di più.... (continua)

giuliana marinetti 21/06/2015 - 21:25
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Enrico Bertini


Enrichetto, esile come una spiga di grano, somigliava vagamente a Stan Laurel. Bianco in volto, come fosse allergico al sole, non usciva quasi mai dalla piccola casa che divideva coi fratelli, dedito alla sua gestione millimetrata come la carta dei disegni delle medie, rosso su campo bianco.
Ti chiamava con la sua voce asmaticamente flebile quando si affacciava, di tanto in tanto, per tirare di sotto dalla finestra del piccolo bagno, i resti della verdura incartati in buste di carta, da dare alle galline. Lo si poteva vedere solo così, a mezzo busto, incorniciato in una piccola televisione.
Il suo regno era la casa che manteneva pulita ed in ordine.... (continua)

Glauco Ballantini 23/10/2018 - 15:45
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Enzo Bertini


Enzo si aggiunse ai due fratelli che già vivevano insieme quando rimase vedovo. Era una cupa ciminiera che si aggirava per il selciato antistante la casa sotto il lampione.
Sembrava un rimembrante Napoleone a Sant'Elena a pensare ai di che furono.
Aveva perso il suo fil rouge, sopportava tutto con distacco snervante, anche lo sgonfiamento delle ruote della sua bici che i ragazzini gli procuravano.
Gli altri due non volevano che si fumasse in casa e così, d'inverno, Enzo era là, avvolto costantemente dalla nebbia che produceva.
La sua nuvola di smog era una scia acre e fredda che si trascinava per le due rampe di scale.
Non rideva mai.... (continua)

Glauco Ballantini 19/11/2018 - 10:11
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Eppur lo chiamavamo Amore


Quante foglie si son lasciate andare inermi sopra un manto di erba fresca.
Quanta neve è caduta ricoprendo pianure per poi sparire senza traccia.
Notti insonni , lacrime versate senza neanche dire una parola, perchè in fondo poche parole c'erano da dire.
Assaporo in ogni momento ciò che mi è rimasto di quel bieco sentimento, come se fosse una leggera luce pronta a spegnersi per sempre. Ma qualcosa dentro me la tiene viva, forse è la speranza che si riaccenda del tutto per illuminare di nuovo il mio viso , ora terso e oscurato, o forse è solo il riflesso di un defunto ricordo che tengo ancora stretto per non dimenticare cosa vuol dire amare.
Cammino per la mia strada osservando la natura che mi circonda, cerco in ogni anima perpetua un qualche
lampo che mi possa rapire, ma tutto quello che vedo è solo natura morta, rami sul selciato pronti per essere calpestati, foglie marroni in attesa che il vento le trasporti in nuovi lidi.
Siamo esseri così vuoti senza la giusta luce, e nonos... (continua)

Axel Super Tramp 24/03/2015 - 12:30
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